Il dramma verdiano in scena dal 13 al 20 marzo al Teatro Filarmonico
Domenica 13 marzo 2016 (ore 15.30; repliche martedì 15 marzo, ore 19.00; giovedì 17 marzo, ore 20.30; domenica 20 marzo ore 15.30) al Teatro Filarmonico di Verona va in scena “Rigoletto” di Giuseppe Verdi. La regia e il coordinamento costumi portano la firma di Arnaud Bernard, le scene sono di Alessandro Camera, mentre la direzione d’orchestra è affidata al M° Fabrizio Maria Carminati.
Incentrato sulla drammatica figura del buffone di corte Triboulet del romanzo Le Roi s’amuse di Victor Hugo, “Rigoletto” viene ultimato a Busseto il 5 febbraio 1851. Il soggetto aveva appassionato moltissimo Verdi tanto da leggere in una corrispondenza con l’amico e librettista Francesco Maria Piave: «Le Roi s’amuse è il più gran soggetto che ho trovato finora, e forse il più gran dramma dei tempi moderni. […] Io trovo appunto bellissimo rappresentare questo personaggio esternamente difforme e ridicolo, internamente appassionato e pieno d’amore». Verdi è così soddisfatto del risultato dell’opera da ritenerla a lungo la sua opera migliore; sfortunatamente l’opera, almeno all’inizio, subisce la stessa sorte toccata nel 1832 alla fonte letteraria di Hugo, vittima della censura per l’accesa denuncia delle dissolutezze della corte di Francia.
È solamente grazie alla tenacia di Verdi che “Rigoletto” debutta nel 1851 al Teatro La Fenice di Venezia, con unanime successo. Se il romanzo denunciava la corte francese ed il libertinaggio del re Francesco I, l’opera ambientata nella cinquecentesca Corte di Mantova portava in evidenza le tensioni sociali e la subalterna condizione della donna tipiche della realtà ottocentesca. In Rigoletto infatti non esiste alcuna morale, il male trionfa sul bene e la virtù è perennemente vittima di se stessa; non è difficile immaginare perché la critica ottocentesca l’abbia ritenuta un’opera dai contenuti moralmente riprovevoli. “Rigoletto”, per questa sua vena verista, andrà a costituire insieme ai successivi Il Trovatore e La Traviata la cosiddetta “trilogia popolare” verdiana, premessa alla nascita del dramma borghese di fine Ottocento.
L’opera è interamente dominata dall’attesa degli eventi che incombono, dall’opprimente presagio di sventura che discende nella maledizione. In accordo con la teoria romantica che imponeva il dominio del vero sul bello, la realtà viene presentata nella sua nudità, lontana dagli aspetti del decoro, e il suo protagonista è l’emblema del grottesco. “Rigoletto” è un personaggio ambivalente, la cui personalità alterna la malignità e il cinismo all’affetto tenerissimo che mostra per la figlia, nella quale ritrova la sua natura di uomo spogliandosi della maschera beffarda di buffone.
Dopo il grande successo ottenuto nel 2011, l’opera torna al Teatro Filarmonico nell’allestimento di Fondazione Arena per la regia e il coordinamento costumi di Arnaud Bernard, con le scene di Alessandro Camera. Sul podio il Maestro Fabrizio Maria Carminati dirige l’Orchestra e il Coro preparato dal Maestro Vito Lombardi. Nel ruolo del protagonista si alternano Leo An (13, 17/3) e Federico Longhi (15, 20/3); Gilda è Mihaela Marcu; nei panni del Duca di Mantova troviamo Alessandro Scotto di Luzio (13, 17/3) e Raffaele Abete (15, 20/3). Sparafucile è interpretato da Gianluca Breda, Maddalena da Clarissa Leonardi, Giovanna da Alice Marini, Il Conte di Monterone da Alessio Verna. Completano il cast Tommaso Barea nel ruolo di Marullo, Antonello Ceron in quello di Matteo Borsa, Romano dal Zovo ne Il Conte di Ceprano, Dario Giorgelé nell’Usciere di Corte e Francesca Martini nel duplice personaggio della Contessa di Ceprano e Paggio della Duchessa.