Convegno a Pordenone sulla qualità dell’imprenditorialità a NordEst, ancora troppo a basso impatto tecnologico
«Imprenditori dinamici, ricchi di intuizione e di valore, ma con profilo piuttosto “low tech”, spesso nemmeno laureati. Accanto a loro le nuove generazioni di laureati in materie scientifiche e tecnologiche, di solito interessati a un posto fisso, anziché allo sbocco autonomo nel mondo dell’impresa».
E’ il ritratto della situazione a NordEst e in Friuli Venezia Giulia tracciato da Claudio Giuliano, fondatore e gestore di Innogest Sgr, il maggiore fondo italiano di “venture capital”, preposto a sostenere l’avvio o la crescita di attività in settori ad elevato potenziale di sviluppo sulla base di un patrimonio amministrato di 80 milioni di euro.
I dati intorno all’accesso al “venture capital” sono stati illustrati a Pordenone nell’ambito del convegno “Innovazione: per quale crescita?” che si è svolto all’Auditorium di Casa Zanussi per iniziativa dell’IRSE, l’Istituto Regionale di Studi Europei del Friuli Venezia Giulia, evento culminante del XXXII Corso di cultura economica sul tema generale “Riscrivere le regole”.
Evento all’insegna del tutto esaurito anche per quest’ultimo appuntamento, introdotto dalla presidente IRSE Laura Zuzzi, al quale hanno preso parte studenti universitari e diplomandi, commercialisti, professionisti e amministratori.
«Alle imprese del Friuli Venezia Giulia arriva annualmente il 6-7% dei fondi nazionali di venture capital: un sistema sottodimensionato rispetto al PIL del Paese e alla domanda di fondi che è ben superiore rispetto a quanto si riesce oggi a finanziare – ha spiegato ancora Claudio Giuliano -. Quando l’imprenditorialità si coniuga all’“high tech” nascono casi di eccellenza che sanno mettere a frutto il venture capital con ricaduta per il territorio, come nel caso di Eurotech: esempi che sono spesso uno stimolo per l’evoluzione dell’imprenditoria. Una ricetta per rilanciare l’innovazione delle imprese italiane? Certamente andrebbe defiscalizzata l’acquisizione delle piccole aziende sostenute dal venture capital: in questo modo tecnologia e innovazione potrebbero restare alla media-grande imprenditoria italiana anziché migrare verso le multinazionali».
Sui temi dell’innovazione “non solo web”, dei concreti sostegni ai giovani e alle start up, del manifatturiero, e della cosiddetta Fabbrica 4.0 si sono confrontati con Claudio Giuliano, a Casa Zanussi, il ricercatore Roberto Romano, in forze all’Ufficio Studi CGIL Lombardia e l’imprenditore digitale Gianni Potti, presidente di Confindustria-Servizi Innovativi e Tecnologici, tutti coordinati e “provocati” da Roberto Siagri, l’imprenditore inventore friulano, presidente e amministratore delegato di Eurotech, riconosciuto ai massimi livelli per la sua lungimiranza e concretezza.