Via libera dal Parlamento europeo all’import di olio d’oliva senza dazi dalla Tunisia

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olio extravergine oliva appena franto
Proteste di Coldiretti, dei produttori oleari e della politica nazionale

 

olio extravergine oliva appena frantoIl Parlamento europeo ha votato (500 a favore, 107 contrari, 42 astenuti) le misure di emergenza per aiutare la Tunisia con l’importazione di 70.000 tonnellate di olio di olive senza dazi nel 2016 e nel 2017. Tali misure includono una salvaguardia per i produttori europei e l’impegno ad aggiornare la misura se si verificasse un effetto negativo nella Ue.

Ci sarà una valutazione a medio termine degli effetti della liberalizzazione temporanea delle importazioni. Inoltre si prevede l’obbligo di assicurare che l’olio sia trasportato direttamente dalla Tunisia e che si assicuri fin da ora che tale sostegno alla Tunisia non sarà prolungato oltre due anni. E’ stata aumentata la quota di importazione libera senza aumentare il totale del volume dell’import dalla Tunisia. Il testo deve essere adottato formalmente dal Consiglio ed entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella gazzetta ufficiale Ue una volta che il parlamento lo avrà firmato nella sessione plenaria di aprile.

Immediate le protese circa la decisione del Parlamento europeo. «Dopo che nel 2015 in Italia sono aumentate del 481% le importazioni dell’olio di oliva della Tunisia per un totale di oltre 90 milioni di chili è un errore l’accesso temporaneo supplementare sul mercato dell’Unione di 35.000 tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017» afferma il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori del mezzogiorno a Catania per «difendere l’agricoltura “Made in Italy” che rischia di perdere i prodotti simbolo dalla arance ai mandarini, ma anche i pomodori, il grano e l’olio sotto attacco delle politiche comunitarie, delle distorsioni di mercato e delle agromafie». «Anche se sono rilevanti i miglioramenti apportati grazie all’azione del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e degli europarlamentari – continua Moncalvo -, il nuovo contingente agevolato secondo la Coldiretti va ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi “agevolati” annuale oltre quota 90.000 tonnellate, praticamente tutto l’import in Italia dal Paese africano. Il rischio concreto in un anno importante per la ripresa dell’olivicoltura nazionale è il moltiplicarsi di frodi, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e dei consumatori».

Secondo Moncalvo sononecessari controlli più stringenti di quelli odierni, vista «la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicare per legge l’origine in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n. 182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è però quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva».

Contrariato anche il ministro Maurizio Martina: «rimango fermamente contrario a qualsiasi aumento permanente del contingente di olio tunisino. Come Ministero delle politiche agricole abbiamo posto delle condizioni chiare sull’attuazione e sulle quote mensili dei contingenti e su questi punti non intendiamo cedere. Se non avremo garanzie continueremo a opporci all’adozione del regolamento da parte della commissione. Nel frattempo gli organismi di controllo del Ministero, a partire da Capitanerie di Porto, Corpo forestale e Ispettorato repressione frodi intensificheranno le ispezioni ai porti sul prodotto in arrivo. La filiera dell’olio italiano e’ tra le piu’ controllate in assoluto e negli ultimi due anni abbiamo alzato il livello della risposta contro possibili frodi come mai accaduto in passato».

«Il Parlamento Europeo approva una norma sbagliata e dannosa per la nostra economia» sostiene Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio di Trieste che organizza il salone Olio Capitale, a proposito dell’aumento di import dell’olio nel pacchetto di aiuti alla Tunisia. «Incrementare di 35.000 tonnellate l’anno l’ingresso di olio dalla Tunisia senza pagare dazi – prosegue Paoletti – metterà in ginocchio molti produttori italiani aumentando in maniera considerevole il rischio di frodi ai consumatori. L’olio di qualità italiano esce danneggiato da questa scelta e, con esso, l’immagine del nostro Paese. A cosa serve investire per ottenere costose denominazioni di origine del prodotto che ne qualificano la qualità e l’autenticità produttiva? Che senso ha portare avanti progetti di educazione al consumo dell’olio per scegliere consapevolmente prodotti di buona qualità offerti da piccole produzioni i cui costi fissi e le tasse non consentiranno di essere in nessun modo concorrenziali con l’olio tunisino importato senza accise? Sembra tutto un controsenso perché proprio la decisione di introdurre grandi quantità di olio tunisino a tassazione zero è sicuramente nociva in particolare per i coltivatori che puntano a sviluppare un prodotto di qualità. Va anche detto e rilevato – conclude – che molti di questi piccoli coltivatori sono ancora in sofferenza dopo il tragico andamento del raccolto 2014».

Per l’eurodeputata veneta Mara Bizzotto «il via libera del Parlamento europeo all’invasione dell’olio d’oliva dalla Tunisia, senza dazi, è un provvedimento letteralmente scandaloso e dalle conseguenze devastanti per i produttori italiani e per l’intero “Made in Italy”. L’ennesima folle decisione presa dall’Europa contro i nostri produttori e contro i consumatori: far arrivare in Italia altre 35.000 tonnellate di olio d’oliva tunisino, a dazio zero, significherà la morte di migliaia di aziende italiane e l’aumento esponenziale delle frodi legate al commercio dell’olivo d’oliva. E’ doppiamente scandaloso è che questo provvedimento, approvato in tempi record, abbia visto in questi mesi la complicità e il sostegno della Mogherini, del PD e della sinistra – conclude Bizzotto –. L’amara verità, sotto gli occhi di tutti, è che il PD e il Governo Renzi hanno preferito fare gli interessi della Tunisia contro quelli dell’Italia. Una vera e propria vergogna».

Per il governatore del Veneto Luca Zaia si tratta di una «decisione che di fatto vanifica una lunga battaglia per l’etichettatura e la tracciabilità, a scapito della qualità di uno dei prodotti di punta dell’agricoltura italiana e veneta. Oggi a Strasburgo è stata scritta l’ennesima brutta pagina di un libro ormai troppo lungo che racconta lo sfregio e il disinteresse dell’Europa nei confronti delle produzioni agricole di qualità, del “Made in”, della genuinità dei prodotti che finiscono sulle nostre tavole. Era il luglio 2009 – ricorda Zaia, allora ministro dell’Agricoltura – quando celebrammo la storica vittoria dell’obbligo di etichettatura d’origine per l’olio vergine ed extravergine in tutta Europa. Oggi è stato buttato all’aria in pochi minuti un lungo e duro lavoro. E’ una vergogna».

Per Zaia «sorprendono anche le dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura italiano che, invece di commentare la decisione quando non si torna più indietro, avrebbe dovuto esercitare il ruolo forte che gli competeva lavorando concretamente contro questo scempio e invece pare proprio che non sia riuscito a convincere a votare no nemmeno i parlamentari europei italiani che fanno parte dell’attuale maggioranza di Governo nazionale».ZAIA CON OLIO DI QUALITA LUGLIO 2009