Sono 4 i “pilastri” su cui poggia la strategia di gestione approvata dalla giunta: patrimonio, esperienza, comunità, sistema
La giunta provinciale di Trento ha adottato la nuova linea guida di gestione delle Dolomiti Unesco. Collaborare (lavorare insieme per ridurre la frammentazione), coordinare (fornire modelli per facilitare le varie attività di gestione), comunicare (offrire una piattaforma comune per mettere in relazione punti di vista, opinioni, esperienze, competenze e saperi diversi) sono le “3C” delle Dolomiti: un arcipelago fossile dove ciascuna “isola” rappresenta un aspetto di eccellenza che assume valore universale solo se unito agli altri da un complesso di relazioni di reciprocità a formare una serie unitaria; sono un modello di riferimento mondiale per l’integrazione tra i criteri estetico-paesaggistico e geologico-morfologico, base dell’iscrizione nell’World Heritage Site; sono una piattaforma carbonatica, su cui si sono confrontate generazioni di geologi e si sono formate culture nate dall’incontro di popolazioni diverse.
Sono le amministrazioni regionali e provinciali, (province di Trento e Bolzano, regione Veneto e Friuli Venezia Giulia, province di Belluno, Prodenone e Udine) i parchi (naturali, regionali, provinciali e nazionali), gli enti locali (comunità e comuni) i soggetti deputati all’attuazione della strategia complessiva di gestione, a loro è demandata la responsabilità diretta sul territorio World Heritage Site (WHS) Dolomiti e l’esercizio delle competenze nell’organizzazione e pianificazione territoriale. Le risorse umane e finanziarie presenti sul territorio dolomitico sono messe a sistema integrando le attività di conservazione, comunicazione e valorizzazione del Bene.
Le reti funzionali, costituite da province, regioni e parchi, sono lo strumento per la disseminazione degli obiettivi e per l’attuazione equilibrata delle azioni strategiche afferenti al patrimonio paesaggistico e aree protette, geologico, al turismo e mobilità, alla promozione e alla formazione e ricerca. Il processo partecipativo, #Dolomiti 2040, è lo strumento con cui sono stati coinvolti i sostenitori che hanno contribuito direttamente alla difinizione delle attività e delle progettualità. L’arco di riferimento temporale della strategia è di 25 anni.
La visita dell’ispettore IUCN nell’ottobre 2011 aveva evidenziato come fosse necessaria la predisposizione di una strategia turistica specifica, visto che il turismo è l’elemento più rilevante di pressione antropica sul Bene. La strategia complessiva di gestione e la strategia turistica (politiche per un utilizzo turistico e ricreativo del ecologicamente sostenibile) hanno ora una struttura unitaria funzionale alla visione complessiva del Bene ma, al fenomeno turistico, vi è un’espansione espressamente dedicata. “Perchè?” (vision, vale a dire lo scenario di lungo periodo, attraverso le parole chiave – patrimonio, esperienza, comunità, sistema -) e “chi?” (mission attraverso: conservazione attiva, ricerca scientifica, turismo, mobilità, conoscenza e formazione, capacity building, territorio, connessioni, gestione dei conflitti) sono le domande a cui risponde la prima parte del documento che definisce anche la cornice della strategia. “Cosa?” (tavola sinottica con la definizione dei temi, delle linee strategiche, dello stato di attuazione e delle priorità), “come?”, “dove?”, e “quando?” (vale a dire le schede di approfondimento per ciascuna delle linee strategiche, con l’evidenziazione delle attività in essere e delle progettualità) sono le domande a cui risponde la seconda parte del documento e costituiscono il programma esecutivo. Una terza parte contiene una serie di studi di riferimento e linee guida, elementi metodologici (modelli) e i principi di gestione adottati (tools).