Goldstein: «la crescita dell’Italia è ben distante dai livelli necessari al Paese»
Quanti gufi volteggiano sulla testa del Governo Renzi! Se l’altro giorno, in occasione della comunicazione della crescita del Pil 2015 stimata dall’Istat, a Palazzo Chigi si è corso a stappare le bottiglie buone, ora si analizzano i dati ad una luce ben diversa, da dove emergono più ombre che luci sull’andamento dell’economia del Belpaese.
Secondo una ricerca condotta dalla bolognese Nomisma firmata dal suo direttore generale Andrea Goldstein, nel corso del 2015 «l’economia italiana ha mostrato un progressivo indebolimento e la congiuntura internazionale lascia presagire che anche l’anno in corso sarà caratterizzato da crescita modesta». Nel 2015 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,6%, viene osservato, «ben distante cioè dai livelli necessari per riportare velocemente il paese sui livelli di produzione, ricchezza e benessere di prima della Grande Recessione. In ogni caso quello che suscita più preoccupazione è la decelerazione della crescita che nel quarto trimestre del 2015 è stata di un modesto 0,1% rispetto al trimestre precedente».
Inoltre, viene puntualizzato, «la variazione acquisita per il 2016 è pari a +0,2%, la metà dell’effetto di “carry-over” che la Germania ha già messo in saccoccia. Per il momento il contributo della domanda estera netta rimane positivo, anche se di poco (0,1%), ma negli ultimi mesi si moltiplicano i segnali di un rallentamento globale. Anche i focolari d’incertezza geopolitica suscitano crescenti preoccupazione, dal Medio Oriente al Brexit, passando per il fronte meridionale dell’Eurozona». Senza trascurare gli effetti sempre più marcati indotti dalla deflazione e da norme come quella in corso di approvazione sulle esecuzioni immobiliari ultrarapide in caso di mancato pagamento delle rate dei mutui.
Per Goldstein «bando all’ottimismo di circostanza in chiave pre-elettorale: per l’Italia è il momento di intensificare il ritmo delle riforme strutturali, efficientare la spesa pubblica e riavviare gli investimenti pubblici e privati». Ovvero tutto ciò che il Governo Renzi ha fatto poco o nulla.