Emilia Romagna il credito cresce poco per l’artigianato

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Granelli: «lasciare il comparto e la piccola impresa senza credito è un errore, nonostante l’affidabilità nella capacità di restituzione»

 

euro soldi monete biglietti shutterstock 125443031Gli istituti di credito «sono tornati a concedere credito, purtroppo non sempre questo vale anche per l’artigianato». E’ quanto sostiene Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna che commenta così i risultati di un’indagine elaborata dal Centro Studi della stessa associazione secondo. Analisi secondo cui, a livello nazionale, se i prestiti bancari al totale delle imprese non finanziarie a novembre 2015 registrano un aumento tendenziale dello 0,3%, in miglioramento rispetto al -1% del mese precedente e al -2% del dicembre 2014, si scopre che a novembre 2015 la dinamica dei prestiti alle imprese con meno di 20 addetti è ancora negativa, registrando un calo dell’1,4% rispetto a novembre 2014. 

«Lasciare le piccole imprese e gli artigiani senza credito è un errore – prosegue Granelli – sono realtà sottocapitalizzate per natura, costrette ad accedere al credito per sostenere un flusso di cassa colpito dalla tassazione e dai ritardi di pagamento delle grandi aziende. Paradossalmente poi noi piccoli riceviamo meno credito e contemporaneamente siamo tra le categorie con minori sofferenze, siamo affidabili, restituiamo il denaro e lo facciamo in breve termine». 

Guardando al quadro regionale, a settembre 2015 in tutte le regioni si osserva una discesa dello stock dei prestiti all’artigianato: la flessione meno accentuata è quella della Valle d’Aosta con un calo dello 0,9%, seguita dalla Toscana (-2,5%) e dalla Sardegna (-3,1%). All’opposto le riduzioni più marcate sono quelle di Abruzzo (-8,1%), Basilicata (-6,9%) ed Emilia-Romagna (-6,1%). Focalizzando l’attenzione sui dati provinciali emiliano-romagnoli, tra giugno e settembre 2015 in tutte si è registrato un calo dei prestiti all’artigianato: il più contenuto a Parma con una frenata del 4,2%, seguita da Bologna (-5%), Ferrara (-5,1%), Reggio Emilia (-5,2%), Modena e Rimini (entrambe -5,8%), Ravenna (-6,4%), Piacenza (-7,1%) e fanalino di corda Forlì-Cesena (-10,2%).