Istituto “Monte Berico” di Vicenza dona quattro crocifissi alla regione Veneto

0
857
istituto monte berico vicenza dona crocefissi padre gino alberrto faccioli ad elena donazzan
Donazzan: «lo colloco nella sala trattative per le crisi aziendali, è simbolo di speranza»

 

istituto monte berico vicenza dona crocefissi padre gino alberrto faccioli ad elena donazzanQuattro crocifissi lignei sono stati donati dall’Istituto superiore di Scienze religiose “Santa Maria di Monte Berico” di Vicenza all’assessore regionale al lavoro e alla formazione Elena Donazzan.

«Ringrazio il rettore dell’istituto, padre Gino Alberto Faccioli, per questo gesto di sensibilità, sollecitato per certi versi anche da parte mia – ha dichiarato Donazzan –. Collocherò i quattro simboli nelle sedi delle direzioni Lavoro, Istruzione e Formazione della Regione Veneto e nelle sala dedicata alle trattative aziendali, nel palazzo Grandi Stazioni. Quella sala è un luogo dove si vivono preoccupazioni, ansie e sofferenze per il posto di lavoro e dove si cercano speranze. Pochi mesi fa – ha ricordato l’assessore –  nel corso di una complessa trattativa con un azienda cinese, ho personalmente sperimentato la difficoltà di condividere con culture diverse quei diritti acquisiti e quelle tradizioni, come il riposo festivo, che fanno parte della nostra identità e della nostra cultura. La presenza del crocifisso in quella sala servirà a dare speranza, ma anche a ricordare a tutti quali sono i valori sui quali si fonda la nostra organizzazione sociale».

Gli altri tre crocifissi troveranno collocazione negli uffici delle tre direzioni dell’assessorato di Elena Donazzan. «Negli anni scorsi il Veneto è stato teatro della prima contestazione sulla presenza del crocifisso nelle scuole – ricorda Donazzan – quando una coppia di genitori di Abano fece ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo per far rimuovere il simbolo religioso dall’aula frequentata dal figlio. I giudici di Strasburgo hanno invece riconosciuto che il crocifisso è simbolo fondante della nostra civiltà, emblema dell’identità culturale del nostro paese e dell’Occidente. I simboli sono parte integrante della nostra laicità, del nostro essere popolo: li possiamo declinare, ma non ignorare. Li esporrò quindi con grande rispetto e fiducia nei nostri uffici, là dove si incrociano quotidianamente esigenze, aspettative, progetti e programmi delle istituzioni educative e formative del Veneto».