Chiusura della frontiera italoaustriaca del Brennero: i presidenti dell’Euregio Tirolo incontrano Alfano

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Presidenti Euregio Tirolo Kompatscher Rossi Platter incontrano Alfano a ROma
Il Governo Renzi tenta una via morbida alla chiusura. L’Austria invia al Brennero 100  doganieri
 

 

Presidenti Euregio Tirolo Kompatscher Rossi Platter incontrano Alfano a ROmaPer tentare di evitare la chiusura della frontiera italoaustriaca al valico del Brennero reintroducendo la divisione politica del Tirolo storico, i tre presidenti dell’Euregio Tirolo Arno Kompatscher, Ugo Rossi e Günther Platter hanno incontrato a Roma il ministro dell’Intero Angelino Alfano, cui hanno avanzato cinque proposte per quanto riguarda i controlli di confine previsti dall’Austria: gestione del flusso dei migranti, distribuzione tra regioni, riparto nazionale, utilizzo delle caserme, coinvolgimento delle forze di Polizia. Su tutti i punti il governo ha assicurato il proprio sostegno.

All’incontro, oltre a Kompatscher, Platter, Rossi e Alfano, hanno partecipato il sottosegretario Domenico Manzione, il capo della Polizia Alessandro Pansa, il capo dipartimento per l’immmigrazione Mario Marcone, il prefetto Giovanni Pinto e il capo di gabinetto Luciana Lamorgese. «La presenza di personalità di così alto profilo – sottolinea Kompatscher – dimostra l’importanza del tema e la massima attenzione con cui il governo italiano segue l’evolversi della situazione. Si tratta del riconoscimento dell’azione congiunta che stiamo portando avanti come Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino».

A tale proposito, il presidente altoatesino ha ricordato che «nonostante tutte le difficoltà di natura politica, ma non solo, l’Euregio sta dimostrando di voler affrontare assieme la questione delle persone richiedenti asilo, in uno spirito europeo di piena solidarietà e condivisione». Per quanto riguarda la decisione dell’Austria di intensificare i controlli ai confini, compreso quello del Brennero, Kompatscher ha sottolineato che si tratta di una scelta «dolorosa da accettare, ma della quale prendere atto. Il motivo di ciò risiede nell’incapacità dell’Unione Europea di mettere in sicurezza i confini esterni, e nella mancanza di una linea comune sull’emergenza profughi».

Ribadendo la volontà di proseguire in un percorso comune con Trento e Innsbruck, Kompatscher ha sottoposto ai rappresentanti del governo e del Ministero dell’Interno una serie di proposte per far fronte ad eventuali situazioni di difficoltà provocate dall’intensificazione dei controlli ai confini di Stato, una misura che comunque «dovrà avere le minori conseguenze possibili sul transito di merci e di persone».

«Per il Governo il Brennero è una questione prioritaria – ha detto Alfano – e ho voluto darvene testimonianza anche ‘fisica’ chiamando a questi incontro tutti i principali attori del settore. Il tema di colloca in cima alla gerarchia dei problemi che dobbiamo affrontare assieme». Da Alfano è giunta la rassicurazione che «il governo sosterrà queste richieste, diverse delle quali si muovono nella direzione già intrapresa a livello statale. Colgo con favore la vostra volontà di cooperazione pratica. Al di là delle comuni valutazioni politiche dobbiamo fare del nostro meglio per gestire questa situazione sapendo che il dramma dell’Europa oggi è quello di non riuscire ad attuare le decisioni assunte. L’anno scorso in tarda primavera è stata presa la decisione di affrontare il problema con un piano globale che poggiava su alcuni pilastri, fra cui la creazione di hot spot per separare gli immigrati irregolari dai profughi. Un altro impegno fondamentale – ha detto Alfano – riguardava la ripartizione dei profughi  fra i vari paesi ed infine il rimpatrio degli irregolari. Gli hot spot sono partiti in ritardo, ma entro fine marzo pensiamo di completare il piano che ci è stato assegnato dall’agenda europea e stiamo organizzando un sistema di accoglienza strutturato con la rilevazione delle impronte digitali. Non servono altre riunioni, bisogna fare le cose che abbiamo deciso di fare».

Il ministro Alfano ha dato infine la sua rassicurazione riguardo al fatto che le richieste dell’Euregio sono condivisibili: alcune di esse vanno anche nella direzione già ipotizzata a livello governativo per far fronte a questo problema. Come presidente di turno dell’Euregio, Rossi ha aggiunto che «la nostra è una sperimentazione di Europa, che nasce dal basso. Ci crediamo e vogliamo continuare a credeteci. Assieme diciamo che lo spirito con cui ci apprestiamo ad affrontare questa emergenza deve essere quello di Schengen. So che il nostro Paese sta lavorando con convinzione in questa direzione. Poi però ci sono le decisioni dei singoli Stati che se in qualche misura possono essere comprese in termini di numeri, sono comunque contrarie ai principi dell’Europa unita. Come Province autonome siamo pronte a fare la nostra parte, a offrire collaborazione. Chiediamo però che tutto questo si accompagni a una logica di prevenzione dei fenomeni che si stanno generando».

Intanto, l’Austria prosegue l’azione di rafforzamento dei propri confini: il  ministro delle Finanze austriaco Hans Jorg Schelling ha annunciato l’imminente invio alla frontiera del Brennero di 100 doganieri a supporto dei controlli di confine.