La struttura sorge nelle adiacenze dell’aeroporto “Ridolfi” ed è costato oltre 3 milioni di euro
Inaugurato dal presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e dal sindaco di Forlì, Davide Drei, il nuovo Laboratorio di tecnologie aeronautiche e spaziali del Tecnopolo aerospaziale che sorge nelle adiacenze dell’aeroporto “Ridolfi”.
Costato oltre 3.140.000 euro, di cui 2.200.000 finanziati dalla regione Emilia-Romagna, il laboratorio darà lavoro ad oltre 40 ricercatori e agirà in stretta correlazione col mondo industriale. Suddiviso in laboratorio di prototipazione, termofluidodinamica, meccanica del volo, microsatelliti e microsistemi spaziali e, infine, radio scienza ed esplorazione spaziale, il nuovo laboratorio, collocato nel cuore del polo tecnologico aeronautico, di fianco al nuovo complesso della scuola per controllori di volo Enav Academy, non distante dalla sede forlivese del dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Bologna, fa parte di un progetto di riqualificazione di oltre 10 milioni d’investimenti, dei quali 7,5 circa coperti con i fondi europei che comprende anche interventi alle gallerie Caproni di Predappio (progetto Ciclope) e a Rocca delle Caminate.
«Questa inaugurazione, che si inserisce nella rete dei dieci Tecnopoli dell’Emilia-Romagna, sancisce un risultato importante per Forlì ma anche per tutto il territorio – ha detto Stefano Bonaccini -. Si tratta di un altro tassello per garantire la necessaria connessione tra istituzioni e università, mondo della ricerca e mondo del lavoro. Oggi i posti di lavoro si creano solo se si tiene alto il livello qualitativo della produzione, e in tal senso la ricerca è fondamentale per conseguire dei risultati che si tramutino in buona e qualificata occupazione. L’impegno della regione su questo fronte è assiduo, come testimoniato anche dai risultati dei due recenti bandi per la ricerca che garantiranno a breve 700 nuovi posti di lavoro per ricercatori, grazie a un impegno economico, attraverso i fondi europei, di 66 milioni di euro».