Sanità veneta: a Padova il primo trapianto in Italia di mandibola artificiale

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teschio trapianto mandibola
L’impianto ad un paziente affetto da osteonecrosi. Zaia: «un risultato che ci rende orgogliosi»

 

teschio trapianto mandibolaPer la prima volta in Italia, a Padova, è stato ricostruito con un trapianto artificiale di mandibola, il volto di un paziente di mezza età di nazionalità italiana affetto da osteonecrosi. Le ripetute infezioni gli compromettevano la capacità funzionale e i dolori gli causavano limitazioni di salute. 

La chirurgia maxillo-facciale dell’Azienda ospedaliera/Università di Padova diretta dal prof. Giuseppe Ferronato, ha eseguito l’intervento con i ricercatori Giorgia Saia e Giordana Bettini, coordinati da Alberto Bedogni, esperto nel trattamento delle patologie ossee radio e farmaco indotte, assieme ad un team di ingegneri.

E’ stata così inserita al paziente in sole 4 ore la nuova mandibola artificiale in titanio di 26 grammi contenente i fori necessari affinché muscoli e nervi vi si inserissero naturalmente. 

La protesi artificiale personalizzata ha sostituito buona parte della mandibola originale includendo il condilo e il mento, regioni indispensabili per le funzioni di movimento della mandibola – articolazione della parola, masticazione, deglutizione e competenza delle labbra – nonché dell’aspetto esteriore del volto. 

La tecnica progettata e sviluppata dai ricercatori padovani in strettissimo rapporto con ingegneri e bio-ingegneri di un’azienda italiana leader nel settore della ricerca e della produzione di dispositivi medici, ha permesso la realizzazione di una protesi artificiale che ha riprodotto fedelmente le caratteristiche anatomiche della porzione mancante e deformata della mandibola del paziente, comprendendone anche le inserzioni muscolari indispensabili.

Orgoglioso del risultato ottenuto il governatore del Veneto Luca Zaia: «non è fantascienza, è la realtà della sanità veneta che, ancora una volta prima in Italia, valica un nuovo confine e consegna nuove speranze di guarigione e di ritorno ad una vita normale per persone affette da patologie gravi e profondamente impattanti, come nel caso dell’osteonecrosi. Dico bravi ai medici padovani, ai ricercatori, ai tecnici, a tutti coloro che hanno lavorato a questo nuovo traguardo. Il Veneto, i Veneti, guardano con orgoglio al loro successo».

Secondo Zaia «la sanità non è mai stata così sotto pressione, stretta com’è tra i continui tagli nazionali e la sempre più pressante, e giusta, richiesta di salute da parte della gente. Nel mezzo c’è chi deve amministrare e tutti i grandi uomini e le grandi donne in camice. Risultati come quello di oggi ripagano di tanti pensieri e altrettanti sacrifici. Anche in sanità purtroppo fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. Oggi la foresta è cresciuta, e non di qualche millimetro».