Zaia: «un’unica finanziaria per Autovie Venete, Brescia-Padova e Autobrennero». De Menech: «bene l’intesa raggiunta tra Trentino e Veneto sul corridoio Valdastico»
Il panorama autostradale del NordEst potrebbe subire qualche mutamento, specie all’indomani del via libera alla trasformazione “in house” di due dei principali protagonisti del settore, Autostrada del Brennero e Autovie Venete. Il Veneto, con la “sua” autostrada Brescia Padova non vuole rimanere a fare la Cenerentola della situazione e il governatore della regione Luca Zaia rilancia:«l’unica soluzione che vedo, per il tema delle autostrade, è fare una holding del NordEst, con Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige».
Secondo Zaia «abbiamo in mano importanti pezzi di autostrada e possiamo lavorare su questi. Non serve portarne a casa altri solo per portarli a casa: sarebbe dispendioso e non proficuo, quindi non siamo interessati». Zaia ribadisce la volontà della Regione di dialogare per creare una grande sinergia tra regioni per la gestione delle arterie viarie: «ho già parlato con Serracchiani e Rossi senza l’ansia di fare i “grandi fratelli”: se saranno d’accordo per chiudere un progetto importante, noi ci siamo. Il pubblico non deve entrare nella partita per fare business e massacrare gli utenti con le tariffe: il nostro deve essere un ruolo di garanzia per il territorio».
Cosa dice di questo scenario il presidente di A4 Holding Attilio Schneck di questo scenario che è mutato dopo l’accordo che il ministro delle Infrastrutture e trasporti Graziano Delrio ha facilitato tra Trentino e Veneto sul tema del completamento della Valdastico Nord, alla cui realizzazione – che ora non si farà più come autostrada, ma solo come semplice superstrada a 4 corsie, sempre a carico della concessionaria Brescia-Padova, come ha ribadito Delrio – era legata la proroga della concessione di Serenissima? «Io quell’accordo non lo avrei mai firmato» sbotta Schenck che sottolinea come «a rimetterci saranno solo i Veneti» e come «ben difficilmente sarà realizzato un corridoio a Nord per l’alto Vicentino». Secondo Schneck «con le parole si possono fare tante cose, ma difficilmente dalle parole si passa ai fatti». Quanto allo scenario di un’unica holding autostradale del NordEst, Schneck dice che «si tratta di un progetto da perseguire con attenzione. Come strategia generale creare un’unica holding autostradale del NordEst è uno scenario che avevamo già valutato positivamente». A concretizzarla dovrebbero essere Autovie Venete e, soprattutto, Autobrennero a mettere sul piatto le risorse necessarie (circa 600 milioni di euro) per acquisire la quota di maggioranza attualmente posseduta dai soci privati di Brescia-Padova. Uno sforzo notevole, ma che può essere affrontato con una certa tranquillità forte della liquidità generata ogni anno dalla Serenissima, che macina circa 360 milioni di euro di liquidità ogni anno ed un utile netto di circa 40 milioni dopo il pagamento delle imposte.
Sul tema delle infrastrutture del Veneto e del corridoio della Valdastico interviene anche il segretario regionale del Pd, Roger De Menech, esprime soddisfazione per il via libera al collegamento tra il Veneto e la Provincia Autonoma di Trento. «Si tratta di un’opera di comune interesse il corridoio di interconnessione tra la Valle dell’Astico, la Valsugana e la Valle dell’Adige». Le soluzioni possibili per il collegamento tra le due regioni, secondo il Comitato paritetico, non sono più ristrette alla sola autostrada, ma a queste si aggiungono le connessioni tra viabilità ordinarie tra la SS 47 “della Valsugana” e la SS 12 “dell’Abetone e del Brennero”. Il documento non esclude neppure il potenziamento dei collegamenti ferroviari attraverso la Valsugana. La nuova progettazione dovrà tenere conto dell’intero scenario e individuare la soluzione o le soluzioni ritenute più idonee per garantire la funzionalità del corridoio.
«Dopo anni di veti, di opposizioni e di inutili litigi istituzionali, – osserva De Menech – il ministro Delrio è riuscito a mettere intorno a un tavolo le parti e a sciogliere, nodo dopo nodo, la matassa che di fatto bloccava ogni possibile progetto di ammodernamento delle infrastrutture tra le due regioni. Lo sbocco a Nord – prosegue – non è più in discussione e va contestualizzato nella realizzazione del tunnel di base del Brennero che comporterà modifiche profonde alla mobilità con ripercussioni positive su tutto l’asse della Val d’Adige. E’ corretto, di conseguenza, – aggiunge – intervenire anche sulle interconnessioni, aumentare la sicurezza degli assi stradali esistenti e prevedere il potenziamento delle opere ferroviarie a sud del Brennero».