Presentato il bilancio di attività della Commissione paritetica del Friuli Venezia Giulia

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Galasso: «soffiano venti contrari sulle autonomie differenziate»

 

consiglio regionale Friuli Venezia Giulia FVGLe attività svolte e lo stato di attuazione delle linee di indirizzo formulate dal Consiglio regionale, sono state al centro dell’audizione dei componenti di nomina regionale della Commissione paritetica alla quinta Commissione consiliare, allargata ai capigruppo. 

Il presidente Ivano Strizzolo, dopo aver ricordato che solo la Paritetica Friuli Venezia Giulia assieme alla Valle D’Aosta prevede il coinvolgimento del Consiglio, ha fatto riferimento ai due decreti, sul superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari e sulla prevenzione del rischio negli stabilimenti, approvati il 27 marzo 2015 e non ancora pubblicati, e al decreto sul passaggio delle competenze del demanio idrico sul Tagliamento, approvato a luglio e che dovrebbe andare in firma la prossima settimana. 

Tra le cose sulle quali la Paritetica sta lavorando, Strizzolo ha citato il provvedimento sul coordinamento della finanza locale; rimane costante l’attenzione sulla dismissione dei beni dello Stato, in prevalenza caserme, per cui si prospetta la gestione per l’accoglienza migranti. Motorizzazione civile (con un “rosso” di 4 milioni), il trasferimento di competenze sui beni culturali, gestione del servizio scolastico sono gli altri temi toccati nella relazione, che si è chiusa ponendo all’attenzione il problema della foresta di Tarvisio, bene del Fondo edifici di culto, per la quale non si chiede il trasferimento alla Regione ma si potrebbe pensare a una gestione, salvaguardando così la trentina di guardie forestali che altrimenti passerebbero ai Carabinieri.

«Soffiano venti contrari sulle autonomie differenziate» ha quindi affermato il membro Daniele Galasso, citando «reticenze a livello ministeriale, i cui uffici si comportano come se la riforma della Costituzione fosse già in vigore. La norma sul coordinamento della finanza pubblica, che ha visto un grande lavoro da parte della Commissione paritetica, è stata massacrata dai pareri restrittivi espressi, non senza acredine, dai vari uffici ministeriali. Questo atteggiamento indebolisce costantemente l’autonomia regionale ed è il sintomo di come lo Stato voglia omologarci, omogeneizzarci». Sulle competenze che deriveranno dalla riforma costituzionale, Galasso ha concluso sostenendo che «a fronte di questo neo-centralismo statale bisogna riuscire ad approvare una norma di attuazione ricognitiva sulla materia della legislazione concorrente, così da chiarire in modo inequivocabile chi fa cosa». Di «difficile rapporto con le amministrazioni centrali, i ministeri la Ragioneria generale» ha parlato Leopoldo Coen: «nessuno contesta il legittimo potere della Ragioneria dello Stato di esercitare le sue funzioni; quello che è inaccettabile sono i tempi dell’inerzia per compiere un atto dovuto per legge, un atto meramente esecutivo».

Sui rapporti Stato-Regione legati alla relazione dei membri della Commissione paritetica, svolta oggi in quinta Commissione consiliare, sono intervenuti consiglieri e capigruppo regionali. Riccardo Riccardi (FI) e Claudio Violino (Gruppo Misto) hanno posto l’accento sull’indispensabile necessità di fare chiarezza sui rapporti finanziari tra Stato, Regioni ordinarie e le diverse speciali. Solo così – è stato detto – si potrà sfatare il mito che le speciali, il Friuli Venezia Giulia in particolare, godano di privilegi. Igor Gabrovec (Pd-Ssk) si è rammaricato che tra quelle a supporto della specialità non si menzionino mai le peculiarità culturali e le minoranze linguistiche. 

Pietro Paviotti (Citt) ha condiviso la linea di condotta della Commissione paritetica nell’affrontare le questioni relative alla finanza locale e all’autonomia scolastica. Alessandro Colautti (Ncd) ha definito «quantomeno affrettato, se non addirittura un errore», l’adeguamento immediato della Regione alle disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio; tema centrale rimane quello della certezza delle entrate, che attiene prima alla politica e poi, di riflesso, all’attività della Paritetica e ha auspicato una rinegoziazione del patto Padoan-Serracchiani. Infine, Renzo Tondo (AR) ha auspicato una «solidarietà regionale trasversale per creare un forte contraltare con lo Stato», facendo chiarezza sugli aspetti di carattere finanziario, ma «senza star lì ancora a discutere se sia meglio o peggio il patto Tondo-Tremonti o il Padoan-Serracchiani».