La Camera di commercio di Bolzano impegnata per scongiurare un passo indietro sulle relazioni attraverso il Brennero
Il governo austriaco, dopo la chiusura del confine verso la Slovenia che a breve sarà rafforzato anche con la costruzione di una barriera lunga 3,7 chilometri e altra da 2,5 a 4 metri, potrebbe fare altrettanto anche per il confine con il Brennero, anche se ciò sarebbe un durissimo colpo all’attività e alle relazioni tra la provincia di Bolzano e il land Tirol e per l’Euroregione tirolese.
Anche se l’iniziativa è legata alla volontà di rallentare se non bloccare l’invasione dei profughi che provengono dal corridoio balcanico che spingono dalle zone del conflitto turco-siriano, il rischio è che la chiusura delle frontiere possa portare gravi ripercussioni alle relazioni politiche ed economiche attraverso il passo del Brennero. A lanciare l’allarme è stata la Camera di commercio di Bolzano che tramite il suo presidente ed ex eurodeputato Michl Ebner commenta le notizie informali che gingono da Vienna, visto «che la polizia del Tirolo pare stia predisponendo le iniziative per attuare una barriera al Brennero in funzione di sbarramento al flusso dei profughi, ma che porterebbe anche pesanti aggravi per il traffico merci e gravi ripercussioni per la popolazione locale e per il turismo».
La politica altoatesina tramite la Südtiroler Freiheit parla della necessità «di portare la barriera più a sud, in modo da non dividere nuovamente in due il Tirolo storico». Il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha già avviato contatti con i vertici tirolesi e di Vienna, visto che solo pochi giorni fa il cancelliere austriaco Wener Faymann aveva dichiarato la volontà del paese di sospendere temporaneamente gli accordi di Shengen.
Il ministro della difesa austriaco Hans Peter Doskozil ipotizza per il Brennero una gestione del traffico di confine al Brennero come quello già in atto alla frontiera con la Slovenia a Spielfeld: «oggi al Brennero registriamo tra 200/300 ingressi al giorno», dice un portavoce del ministero. Se questi numeri dovessero aumentare «servirà una gestione ordinata degli ingressi. Esperti – prosegue il ministero – dovranno valutare, secondo la situazione topografica, l’eventuale necessità di una barriera al confine italo-austriaco. Qualsiasi provvedimento sarà però concordato con l’Italia». Ipotesi non smentita anche dal ministro degli interni Johanna Mikl-Leitner, secondo cui barriere ai valichi lungo il confine meridionale dell’Austria sono «possibili».
«Il sistema di gestione del confine a Spielfeld prevede la registrazione di un massimo di 6.000 profughi alla frontiera tra Slovenia e Austria. Per lo smistamento a Spielfeld sono a disposizione 48 container. La durata della procedura di controllo per ogni profugo non deve essere superiore a 8 minuti. Si tratta di uno scenario che non riusciamo nemmeno a immaginare per l’Alto Adige e che mette in grosse difficoltà l’economia e la popolazione, in quanto si creerebbero lunghe ore di attesa», spiega Ebner, che ribadisce che un blocco del confine del Brennero creerebbe problemi dalla Baviera all’Austria fino alla Pianura Padana. «Nel 2014 circa 8,5 milioni di mezzi leggeri e 3,2 milioni di mezzi pesanti hanno attraversato il Passo del Brennero. Nello stesso anno lo hanno valicato 41 milioni di tonnellate di merci».