Sollevazione unanime contro l’apertura alla caccia in Trentino Alto Adige anche alle specie protette

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Marmotte all'erta.
Le associazioni animaliste e ambientaliste si appellano al Presidente della Repubblica Mattarella per fermare la deregulation venatoria approvata dalla Commissione Stato-Regione

 

Friuli parco prealpi giulie MarmotteLe associazioni animaliste e ambientaliste si sollevano contro la decisione presa in seno della “Commissione dei 12” per l’approvazione di una norma di modifica allo Statuto speciale di autonomia della regione Trentino Alto Adige che permette alle province di Trento e di Bolzano di aprire la caccia in maniera indistinta a tuttala fauna, comprese le specie appartenenti alle categorie protette a livello internazionale, come le marmotte. I limiti imposti dalla legge nazionale al numero di specie cacciabili vengono ora annullati in forza di un inaccettabile ed incostituzionale accordo concordato dal presidente della Commissione Lorenzo Dellai con il Ministero dell’Ambiente.

Per anni la provincia di Bolzano ha accusato le marmotte di distruggere i prati di alta quota, dove i pacifici animali vivono da sempre accogliendo i turisti con i loro fischi di allarme. Per anni la provincia di Bolzano ha emesso specifici decreti allo scopo di derogare al regime di tutela della fauna  selvatica imposto stabilito dalle norme internazionali europee e nazionali, consentendo così ai cacciatori di uccidere non solo migliaia di marmotte, ma anche stambecchi, tassi, faine: decreti sempre impugnati dalle associazioni protezionistiche e regolarmente annullati dal Tar di Bolzano per manifesta illegittimità.

«Il Ministro dell’ambiente Galletti sarà così, a breve, chiamato ad apporre la sua firma all’annuale strage di marmotte ed altri animali selvatici, del tutto innocui, voluta dalla Provincia autonoma di Bolzano – commentano le Associazioni protezionistiche in una nota congiunta – una firma pesante come un macigno, contraria al più elementare principio di rispetto degli equilibri ambientali, che legittimerà l’uccisione di animali protetti in tutto il resto del nostro Paese e d’Europa».

Lo schema della norma voluta dalle province di Bolzano e Trento, inoltre, non si limita alle marmotte: qualsiasi specie animale non sarà più al sicuro sul territorio della regione Trentino Alto Adige. Sarà sufficiente che il Ministro dell’Ambiente non si pronunci entro 30 giorni alle richieste di caccia a specie vietate, formulate dai presidenti delle province autonome, perché scatti il meccanismo del silenzio-assenso, che consentirebbe così l’apertura della caccia “no limits” senza neppure l’intesa col Ministro competente. Questa, secondo le Associazioni protezionistiche, «non è autonomia, ma anarchia venatoria e normativa».

«Ci appelliamo al Presidente della Repubblica Mattarella – concludono le Associazioni ENPA, LAC, LAV, LIPU e WWF – perché non sottoscriva le modifiche volute dalla province autonome in quanto gravemente lesive della Costituzione, delle norme nazionali internazionali  ed europee poste a tutela della fauna selvatica e del diritto alla vita delle marmotte e di tutte le specie protette. La fauna selvatica è patrimonio indisponibile della Stato (articolo 1 della Legge 157/1992), pertanto chiediamo al Presidente Mattarella di darci un segnale importante della presenza dello Stato a tutela della fauna minacciata da una inaccettabile deregulation venatoria”.