Riforma istituzionale del Friuli Venezia Giulia, opposizioni schierate contro

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Conferenza stampa alla Camera dei Deputati di deputati e sindaci della regione

 

FVG palazzo sede regione trieste 2Deputati e sindaci del Friuli Venezia Giulia alla Camera contro le modifiche allo Statuto speciale della regione, contenute nella proposta di legge costituzionale che è stata approvata nei giorni scorsi nell’Aula della Camera. Sul banco degli imputati in una conferenza stampa a Montecitorio, la creazione di 18 microprovince che sostituiranno le attuali 4 province in cui la regione oggi è divisa, contro cui 56 comuni hanno fatto ricorso. 

«Serracchiani concepisce la regione – sostiene il capogruppo della Lega alla Camera, Massimiliano Fedriga – come lo scalpo da portare a Renzi per dire che ha abolito le province prima che entri in vigore la riforma costituzionale. La verità è che qui aumentano i costi e si mortificano i comuni con una norma ingiusta varata senza ascoltare nessuno». Secondo Fedriga la riforma «è un’assurdità che comporterà solo maggiori spese per la comunità e che inciderà peraltro negativamente non solo sul già delicato rapporto elettori-eletti ma anche sull’efficienza delle amministrazioni locali, che verranno assoggettate ad un anacronistico sistema di veti incrociati su ogni decisione rilevante».

«Serracchiani avanza a colpi di accetta – denuncia Walter Rizzetto del gruppo Misto – «sono al fianco dei comuni che han fatto ricorso contro questa imposizione vera e propria». Dure anche Serena Pellegrino di Si e Sandra Savino di Forza Italia, che chiede di «ridare ai sindaci la possibilità di governare il territorio invece di perpetuare una situazione di democrazia sospesa. Siamo i primi a non voler più le province ed i tagli dei costi della politica, ma la riforma Serracchiani finisce solo con l’amplificare la struttura e la burocrazia mortificando il territorio ed i sindaci, che per la governatrice non esistono». Sindaci che, con Piermauro Zanin, primo cittadino di Talmasons (Udine) non ci stanno, denunciano il «fallimento di Serracchiani», tengono duro sul ricorso e denunciano: «non siamo mai stato sentiti da nessuno prima di varare questa modifica. E’ una questione di democrazia».

Durante la conferenza stampa alla Camera è stato chiesto lo stop alla riforma amministrativa del Friuli Venezia Giulia, in particolare all’abolizione delle Province e all’introduzione delle “Unioni territoriali intercomunali” (Uti). Il 26 febbraio prossimo a Udine i sindaci ricorrenti e i parlamentari presenteranno la loro proposta di controriforma.

Pronta e compatta la reazione da parte della maggioranza e del PD in particolare per bocca del capogruppo in Consiglio regionale Diego Moretti: «è da respingere con forza il tentativo di bloccare e azzoppare la riforma dello Statuto che alcuni parlamentari eletti in questa regione, con la complicità di un gruppo di sindaci oppositori delle “Uti”, stanno cercando di compiere ai danni dell’Autonomia del Friuli Venezia Giulia. Mai si era vista – prosegue Moretti – un’azione sconsiderata di tale portata da parte di coloro che, insieme al Consiglio regionale, dovrebbero essere sentinelle a difesa e non nemici del valore primo di questa Regione, la specialità che si esplica attraverso il suo Statuto. Il superamento delle province e la riforma degli enti locali, passaggi che riteniamo di fondamentale importanza per la nuova architettura istituzionale della Regione e per una razionale riorganizzazione delle autonomie locali, sono un punto fermo per la maggioranza di centrosinistra e per il Consiglio che, votando all’unanimità la proposta di modifica dello Statuto, ha esercitato il suo ruolo e ha difeso l’Autonomia nella sua forma più alta. E dovrebbe esserlo anche per i parlamentari eletti in questa regione, di qualsiasi colore politico essi siano, tanto più per coloro che, in Friuli Venezia Giulia, appartengono alla coalizione di centrosinistra».