Il futuro della moda passa dalla ricerca e innovazione

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Convegno a Bologna promosso dalla Regione e Unioncamere di una realtà che annovera 30.000 imprese, oltre 141.000 addetti e un export di 4,6 miliardi di euro

 

sistema moda emilia romagna fashion theaterCombinare i valori e le caratteristiche che in passato hanno contraddistinto il settore moda emiliano-romagnolo con le nuove sfide dell’economia del futuro, puntando su formazione, ricerca, organizzazione della produzione, internazionalizzazione e innovazione. Se n’è parlato al convegno “Emilia-Romagna Fashion – Quale politica industriale per il sistema moda?”, promosso dalla Regione, durante il quale sono intervenuti, tra gli altri, il presidente regionale di Unioncamere, Maurizio Torreggiani, l’assessore alla Formazione e Lavoro, Patrizio Bianchi, e l’assessore alle Attività produttive, Palma Costi. 

L’incontro ha analizzato un settore che conta sul territorio quasi 30.000 imprese (tra manifatturiero e commerciale), con oltre 141.000 addetti e un export di 4,6 miliardi, pari al 12,7% delle esportazioni nazionali. Un settore che, però, dal 2003 al 2015 ha registrato un calo della produzione del 42%, mentre dal 2008 a oggi ha perso per via della crisi il 7,8% delle aziende e il 10,4% degli addetti, considerando sempre produzione e commercio. 

A dare il via ai lavori è stato Torreggiani, secondo il quale l’intero comparto moda «sarà tra quelli maggiormente coinvolti nella rivoluzione tecnologica», che negli ultimi anni ha portato in Italia alla «creazione di nuovi tessuti partendo da materiali impensabili. Guardo al futuro con ottimismo -, ha aggiunto il numero uno di Unioncamere -, a patto che le politiche industriali e le iniziative dei singoli riescano a traghettare questa filiera sospesa tra i “non più” e i “non ancora”», ossia tra l’abbandono di vecchie pratiche e il raggiungimento dell’innovazione. 

Commentando i dati presentati da Unioncamere, dai quali è emerso, ad esempio, che in regione solo l’8,8% delle imprese (cioè 2.047 aziende) esporta i propri prodotti, l’assessore Bianchi ha illustrato la sua ricetta per il rilancio del settore. «Nella moda – ha detto – occorre creare un nuovo “Made in Italy”, che consiste nel portare le eccellenze di nicchia sul mercato globale. I prodotti del nostro manifatturiero devono avere come valore aggiunto la capacità di esaltare l’identità del prodotto stesso e del territorio in cui è realizzato. Per rendere possibile tutto ciò servono innovazione, ricerca, creatività, una solida struttura distributiva e, appunto, una mentalità globale. L’altra grande opportunità è offerta dall’e-commerce». 

In chiusura ha preso la parola l’assessore Costi, secondo cui il “fashion”, per rafforzarsi, avrebbe bisogno di «un indirizzo forte da parte del governo, oltre che di politiche industriali a livello regionale e di iniziative private. Il nostro obiettivo – ha aggiunto – resta il raggiungimento della piena occupazione. Per questo stiamo mettendo in campo piani regionali puntati alla formazione, alla nascita di nuove imprese, alla contaminazione tra poli tecnologici e all’incremento dell’innovazione».