In scena per la prima volta in Italia un Hai-balletto “Altin Kook, la femmina del cuculo”
Di Giovanni Greto
Martedì grasso 9 febbraio, ultimo giorno di carnevale, il Teatro Goldoni a Venezia (ore 20.30) ospita un evento d’eccezione, “Altin Kook, La femmina del cuculo”. Si tratta di un Hai-balletto ad atto unico, ispirato alle leggende popolari del popolo della Chakassia, una repubblica della Federazione Russa, collocata nella Siberia meridionale.
Per la prima volta in Italia e all’estero – la compagnia di danza nazionale era nata solo nel 2014 da un’idea della coreografa Natalia Apunevich –, “Altin Kook” è l’unico Hai-balletto al mondo (nella lingua chakassa “Hai” significa “canto di gola”). Lo spettacolo, estremamente scenografico e dalle affascinanti coreografie di gruppo, è stato realizzato con la collaborazione di due complessi folcloristici della società filarmonica chakasse “Ulghen” e “Cun suzi”, con il supporto dei Ministeri della cultura della Federazione russa e della repubblica Chakassia e in collaborazione con lo CSAR – Centro Studi sulle Arti della Russia dell’Università Ca’ Foscari.
Il genere coreografico può essere descritto come “art nouveau”, con elementi di acrobazia e d’improvvisazione libera. Il libretto si basa su due leggende del popolo chakasso, incentrate sul tema degli uccelli. La prima spiega perché la femmina del cuculo non fa mai il nido, ma ripone invece le proprie uova nei nidi degli altri uccelli. Il mito parla di una ragazza che sacrifica la sua vita e i figli per salvare suo fratello, l’eroe epico Alip. La seconda invece racconta dell’incontro di Alip con un fenicottero rosa che si trasforma in una bellissima donna, e l’eroe la segue dimenticandosi della propria sorella, che aveva sacrificato la sua vita e quella dei suoi figli per lui.