“I Rusteghi” di Goldoni in scena a Venezia per il Teatro Stabile

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I Rusteghi da sin. Margherita Mannino Michele Maccagno Maria Grazia Mandruzzato Stefania Felicioli Francesco Wolf Foto Serena Pea
L’opera è uno dei più grandi successi del commediografo veneziano

 

Di Giovanni Greto 

 

 

I Rusteghi da sin. Margherita Mannino Michele Maccagno Maria Grazia Mandruzzato Stefania Felicioli Francesco Wolf Foto Serena PeaScritta nel gennaio 1760 a chiusura del Carnevale, la commedia fu rappresentata per la prima volta al Teatro San Luca di Venezia il 16 febbraio con il titolo “La compagnia dei selvadeghi”, o sia “I Rusteghi” incontrando subito un grande successo di pubblico, tanto che nella edizione Pasquali del 1762 Carlo Goldoni scrisse «il pubblico si è moltissimo divertito, e posso dire quest’opera una delle mie più fortunate; perché non solo in Venezia riuscì gradita, ma da per tutto, dove finora fu dai comici rappresentata». 

«Quando scrive “I Rusteghi” – spiega Giuseppe Emiliani – Goldoni è un intellettuale sempre più lucido, aperto alle esperienze e alla cultura europea (nel 1760 avverrà il famoso contatto epistolare con Voltaire), più filosofo insomma, nel senso settecentesco del termine. “I Rusteghi” nascono anche da questa attenzione ai “lumi” che vengono dall’Europa, e permettono un giudizio più ampio sulla società veneziana». 

“I Rusteghi” del titolo sono quattro uomini – sulla quarantina, in realtà, non i vecchi ormai entrati nell’immaginario collettivo – «alle prese con un eros inquieto e perturbante, con famiglie difficili da governare e con affari ancora prosperi ma già minacciati di crisi  – racconta Emiliani – Si sentono minacciati dai grandi rivolgimenti che stanno per toccare Venezia e riescono a esistere soltanto nel chiuso delle loro mura domestiche, dove agiscono con prepotenza insopportabile vietando visite, divertimenti, sprechi e frivolezze e ogni minima forma di ozio, soprattutto il teatro: lo considerano luogo di corruzione e di spreco, come il carnevale che c’è fuori e a cui è vietato partecipare. Il carnevale negato, tuttavia, alla fine irrompe lo stesso nelle stanze serrate e austere, con tutta la sua carica di comicità trasgressiva. Netta è la polemica di Goldoni con il conservatorismo ormai rozzo della classe cui appartiene e in cui ha per molto tempo ciecamente creduto». 

La commedia, prodotta dal Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale, con la regia di Giuseppe Emiliani, inizia proprio da Venezia (dal 3 al 7 febbraio), il suo tour italiano. In scena recitano alcuni dei migliori talenti veneti, come Alessandro Albertin, Alberto Fasoli, Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Cecilia La Monaca, Maria Grazia Mandruzzato, Giancarlo Previati, assieme ai giovani  Margherita Mannino e Francesco Wolf, diplomati dell’Accademia Palcoscenico, la scuola di teatro dello Stabile diretta da Alberto Terrani.  

Ne “I Rusteghi” traspare la maggiore fiducia di Goldoni nelle capacità del teatro di affermare la propria funzione sociale e civile. Un teatro moderno. Perché in questo universo domestico di rancori e ossessioni, non ci sono alla fine né cordialità né riscatti: solo l’effimera tenerezza della scena nuziale conclusiva, che non reca un vero sollievo.