Mercato dell’auto: il 2016 parte a razzo con +17,4%

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Si consolida la ripresa del settore. Quagliano: «molti acquisti obbligati per la vecchiaia del parco auto». Pavan Bernacchi: «per consolidare la ripresa ci vuole una fiscalità decisamente differente»

 

autosalone esposizione autoIn gennaio sono state immatricolate in Italia 155.157 autovetture nuove con una crescita del 17,4%. E’ la prima conferma delle attese positive che sono state espresse per il 2016.

L’incremento di gennaio è particolarmente significativo perché il confronto si fa con un mese (gennaio 2015) che aveva fatto registrare un incremento dell’11,5%, dando inizio a un recupero consistente che si è protratto per tutto lo scorso anno. Il dato di gennaio è significativo anche perché conferma che la crescita a due cifre che ha caratterizzato l’intero 2015, non solo continua, ma si conferma anche in accelerazione come negli ultimi due mesi dello scorso anno. Il mercato italiano, che ha chiuso il 2015 con un incremento del 15,75% sul 2014, ma con un gap rispetto ai livelli ante-crisi (2007) del 36,8%, pare dunque aver ingranato la marcia giusta per ritornare, anche se in tempi non brevissimi, su volumi più coerenti con quelli di un Paese dell’importanza dell’Italia.

Elementi interessanti per valutare le prospettive nel prossimo futuro delle vendite in Italia vengono dall’inchiesta congiunturale mensile condotta a fine gennaio dal Centro Studi Promotor. Un indicatore particolarmente significativo in proposito è l’affluenza di potenziali interessati all’acquisto nei saloni dei concessionari. In gennaio gli operatori che dichiarano affluenza elevata o alta sono l’80%. Il dato corrispondente era pari al 65% nel gennaio 2015 e al 57% nel gennaio 2014. I dati più significativi sono però quelli relativi alle attese per le vendite e tre-quattro mesi. Per il 57% degli interpellati la domanda si manterrà stabile sui buoni livelli attuali e per il 36% aumenterà.

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, diversi sono gli elementi che sostengono la ripresa del nostro mercato dell’auto: «gli operatori del settore segnalano un forte impegno sul piano promozionale e questo è indubbiamente un dato favorevole in quanto intercetta positivamente le esigenze di moltissimi automobilisti che si trovano nella necessità di sostituire auto già da tempo mature per il pensionamento. Il tono sostenuto del recupero accredita tuttavia anche l’ipotesi che ai “forzati” della sostituzione si stiano aggiungendo in misura crescente automobilisti desiderosi di sostituire anche vetture decisamente ancora lontane dall’età della rottamazione, come d’altra è normale nei mercati non in crisi. Un sostegno alla domanda è venuto poi sicuramente dalla forte contrazione dei prezzi dei carburanti per effetto del calo del petrolio greggio. Sulla base delle stime del Centro Studi Promotor, grazie a questo elemento, gli italiani nel 2015 hanno infatti risparmiato ben 7,1 miliardi nella spesa per carburanti auto».

Un ulteriore elemento che sostiene il mercato dell’auto è l’andamento dell’economia che, nel 2015, ha invertito decisamente la rotta e che dovrebbe continuare a crescere nel prossimo futuro sostenuta anche da una fiducia di consumatori e imprese che si mantiene su livelli elevati, nonostante qualche “incertezza” degli indici calcolati dall’Istat in dicembre. Per Quagliano «l’auto va, ma si deve comunque sottolineare che la ripresa, per quanto apprezzabile e robusta, non è tale da consentire di riportare alla normalità in tempi ragionevolmente brevi il parco circolante che è fortemente invecchiato negli anni della crisi con conseguenze negative sulla sicurezza e sull’ambiente. Ne consegue che, nonostante la ripresa, interventi per favorire la rottamazione delle auto più vecchie restano una priorità per il sistema italiano».

Per Filippo Pavan Bernacchi, recentemente confermato alla presidenza di Federauto per la terza volta consecutiva, «gennaio è partito alla grande, ma invito alla prudenza; prima di poter formulare delle considerazioni attendibili bisognerà aspettare la chiusura del primo trimestre. Ad ogni modo questo risultato è trainato sia dalle promozioni per certi versi eclatanti messe in campo da case e concessionari sia da una domanda insopprimibile di sostituzione di un parco circolante sempre più obsoleto».

Federauto teme, poiché queste promozioni molto onerose non possono diventare strutturali, che gennaio o qualche altro mese con iniziative similari possano rivelarsi dei picchi: crescite a doppia cifra che potrebbero essere assorbite nel corso dell’anno fino a confermare la previsione globale di un aumento di circa il 5/7% rispetto allo scorso anno.

«Noi crediamo che il trend di crescita possa consolidarsi – sottolinea Pavan Bernacchi -, ma sappiamo che questo non potrà essere la conseguenza della sola spinta promozionale a cui si deve necessariamente accompagnare una chiara scelta politica del Governo con un ventaglio di opzioni. Oltre alla precondizione di un paese in crescita economica, riteniamo che la riforma della fiscalità sugli autoveicoli sia un passaggio essenziale e molto efficace sul piano dei risultati – in termini di maggiori vendite e di incassi IVA – come sta dimostrando l’applicazione del “superammortamento”, misura adottata con la legge di stabilità finanziaria 2016. D’altro canto, non possiamo pensare che il tema ambientale possa essere affrontato con il blocco della circolazione, ponendo sotto tiro addirittura i veicoli Euro 5, senza preoccuparsi del fatto che i veicoli con più di 10 anni, ante Euro 4, rappresentano il 43% del parco circolante italiano. Noi chiediamo a gran voce la rivisitazione del bollo auto per premiare chi meno inquina, l’eliminazione del superbollo per le auto prestazionali – così come il Governo ha già fatto per le barche – e, appunto, una ridefinizione della detraibilità/deducibilità degli autoveicoli aziendali siano essi auto, veicoli commerciali o veicoli industriali».