“Stiffelio”, il capolavoro censurato di Giuseppe Verdi, torna alla Fenice dopo trent’anni di assenza

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L’opera presentata nel nuovo allestimento sotto la direzione di Daniele Rustioni

 

teatro la fenice Stiffelio di Verdi 1“Stiffelio” di Giuseppe Verdi, secondo titolo della stagione lirica e di balletto della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia, sarà in scena al Teatro La Fenice il 22, 24, 28 e 30 gennaio e il 3 febbraio 2016.

L’opera sarà riproposta nell’edizione critica pubblicata nel 2003 sulla base del manoscritto autografo ritrovato nel 1992, in un nuovo allestimento con Daniele Rustioni sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice e la regia di Johannes Weigand, recente vincitore del Premio Abbiati 2015 per regia scene e costumi de la porta della legge . Il cast creativo si completa con Guido Petzold ideatore di scene e luci, e Judith Fischer per i costumi.

“Stiffelio”, melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma “Le pasteur, ou L’Évangile et le foyer” di Émile Souvestre ed Eugène Bourgeois, è un capolavoro del 1850 che aprì la strada alla “Traviata” e ai melodrammi borghesi della piena maturità di Verdi. Fu rappresentato per la prima volta al Teatro Grande di Trieste il 16 novembre 1850 ma venne ritirato dall’autore nel 1856 per difficoltà con la censura, fu riesumato per la prima volta a Parma nel 1968 e, grazie a un’audace operazione filologica ideata da Giovanni Morelli che ne segnò la definitiva rinascita, alla Fenice nel 1985. 

Il ruolo del protagonista sarà interpretato dal tenore Stefano Secco, recentemente applaudito alla Fenice nel Concerto di Capodanno. Il cast è composto inoltre da Julianna di Giacomo nel ruolo di Lina, Dimitri Platanias in quello del conte Stankar, mentre Francesco Marsiglia interpreterà Raffaele. Canteranno inoltre Simon Lim nel ruolo di Jorg, Cristiano Olivieri in quello di Federico di Frengel e Sofia Koberdize in quello di Dorotea.

Tradimento e perdono: questi gli elementi sui quali ruota la vicenda di “Stiffelio”: il protagonista è un pastore protestante, un uomo di Chiesa che, scoperto il tradimento della moglie Lina, trova la forza di opporsi alle convenzioni e sceglie di perdonare l’adultera durante un sermone domenicale che costituisce una delle più belle tra le pagine verdiane. 

«Quest’opera è unica per un motivo: alla fine si apre la possibilità di una vita successiva – commenta il regista Johannes Weigand –. Non si tratta proprio di un lieto fine, perché un giovane, Raffaele, viene ucciso in modo abbastanza miserabile. Ma il perdono finale, in un certo senso, abolisce le regole della tragedia. Verdi questo perdono lo lascia senza commento. Nelle Nozze di Figaro di Mozart, che è una commedia, al ‘perdono’ segue un coro finale allegro. Verdi invece è come se apponesse bruscamente un punto esclamativo, quasi a farci riflettere ulteriormente. Si dice che il compositore abbia scelto questo libretto non per interesse verso la religione ma piuttosto per motivi personali (viveva in un legame ‘amorale’, secondo le convenzioni, con Giuseppina Strepponi). In ogni caso il messaggio che questo perdono veicola va al di là di un’enunciazione religiosa».

L’opera sarà proposta con sopratitoli in italiano e in inglese.

La prima di venerdì 22 gennaio 2016 ore 19.00 (turno A) sarà trasmessa in diretta su Rai Radio3.