Zoggia: «aggregare tutti i porti da Ravenna a Fiume»

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Per il parlamentare emiliano del Pd bisogna mettere in rete tutte le strutture di navigazione marina ed interna

 

porto nave contaninerL’aggregazione ideale dei porti dell’Alto Adriatico, in vista della riforma delle autorità portuali, secondo il parlamentare del Pd Davide Zoggia, deve avere «un respiro europeo, ovvero abbracciare un’area che va da Ravenna a Rijeka (Fiume) passando per Venezia, Trieste e Koper (Capodistria)». E l’autorità portuale di Venezia, sostiene Zoggia, deve estendersi almeno agli scali di Chioggia e Porto Levante, e a quelli interni lungo il Po, verso Mantova e lungo l’idrovia fino a Padova. 

Per Zoggia «è inutile disperdere energie e parcellizzare risorse in mercati che sono sostanzialmente coincidenti con quelli di Venezia e Ravenna, da una parte, e quello di Trieste con Capodistria e Fiume dall’altra. Sto raccogliendo – dice Zoggia – adesioni di vari colleghi per presentare al governo una mozione in merito alla riforma delle autorità portuali». 

Riguardo all’idea di un’area logistica che abbracci le aree che vanno da Ravenna a Rjeka, passando per Venezia e Trieste, Zoggia osserva che «sono questi i porti che vengono in varie combinazioni toccati dalle navi che vanno e vengono, oltre Suez, dalla Cina e dall’India. Ed è questo l’Alto Adriatico che costituirebbe l’entità ottimale per competere sui mercati europei con i porti del Mar del Nord ma anche con quelli mediterranei, greci e turchi. Ma gli ideali si devono realisticamente raggiungere a tappe. Quindi ben vengano aggregazioni giuridicamente rilevanti delle portualità regionali attorno ai porti di standard europeo. Per capirci nel Veneto si estenda l’Autorità Portuale di Venezia almeno ai porti di Chioggia e Porto Levante e a quelli interni lungo il Po verso Mantova e lungo l’idrovia fino a Padova». 

La proposta di Zoggia arriva a ridosso di quella lanciata dal suo collega Veneto Roger De Menech che, partendo dal rinnovo delle concessioni in capo alle autostrade del NordEst trasformate in società “in house”, ha auspicato la creazione di un’integrazione a pettine tra infrastrutture del retroterra (autostrade, strade e ferrovie) con quelle portuali, sia marine che fluviali.