Ricerca UniUd e La sapienza trova tracce preistoriche in Kurdistan iracheno

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Uniud reperti ricerca preistorica Kurdistan iracheno
Gli archeologi dei due atenei trovano reperti umani a 500.000 anni fa (Paleolitico inferiore) 

 

Uniud reperti ricerca preistorica Kurdistan irachenoTracce delle prime occupazioni umane preistoriche del Kurdistan iracheno, risalenti ad almeno 500.000 anni fa (Paleolitico inferiore), sono state scoperte dagli archeologi delle università di Udine e di Roma “La Sapienza” nella regione settentrionale dell’antica Mesopotamia, impegnati nella zona nell’ambito del “Progetto archeologico regionale Terra di Ninive”, finanziato da ministero degli Affari esteri, Regione Friuli Venezia Giulia, Fondazione Crup e Studio Giorgiutti. 

Le ultime ricerche hanno portato anche al ritrovamento di reperti della presenza dell’uomo di Neanderthal e alla individuazione di vaste necropoli di comunità nomadi databili fra tarda preistoria (circa 6000 a.C.) ed età del Bronzo (circa 1200 a.C.). Identificati inoltre i primi villaggi del 7000 a.C. (Neolitico ceramico), scoperti tre miniere per l’estrazione e la lavorazione della selce e circa 300 siti archeologici datati fra il 7000 a.C. e il 1900 d.C.

Il “Progetto Terra di Ninive” – che si svolge nell’ambito della Missione archeologica italiana in Assiria (MAIA) diretta da Daniele Morandi Bonacossi – è in collaborazione con la Direzione antichità di Dohuk e con la Direzione antichità Kurdistan iracheno. La spedizione udinese dell’estate 2015, in collaborazione con le università di Milano e di Roma, ha concentrato le ricerche sul periodo preistorico, nella regione tra 1,8 milioni e 9.000 anni fa (dal Paleolitico inferiore al Neolitico). 

Per Cecilia Conati Barbaro de “La Sapienza”, «i più antichi strumenti di pietra ritrovati potrebbero risalire a circa mezzo milione di anni fa, se non a un periodo più antico»; sono ciottoli con margini taglienti, lame per falcetti e raschiatoi. Gli archeologi hanno poi individuato grotte, ripari e aree di frequentazione delle popolazioni preistoriche, tracce della presenza dell’uomo di Neanderthal, che viveva nella regione intorno a 60.000 anni fa. Lungo i pendii della catena dei monti Zagros, che si estende dall’Iraq all’Iran per 1.500 chilometri, sono state poi scoperte decine di vaste necropoli a tumulo, databili fra tarda preistoria e fine dell’età del Bronzo (6000-1200 a.C.), forse sepolture di comunità pastorali, mai state attestate nel nord della Mesopotamia. «Una scoperta unica e incredibile perché – spiega Morandi Bonacossi – documenta un’occupazione della regione da parte di comunità di pastori transumanti nota per ora solo attraverso i testi cuneiformi, ma totalmente sconosciuta dal punto di vista archeologico. Ora sarà possibile studiare la presenza di popolazioni semi-nomadi e la loro integrazione con l’occupazione sedentaria basata su villaggi abitati da coltivatori di cereali». 

Con i circa 300 siti archeologici individuati l’anno scorso, sono complessivamente più di 830 i siti scoperti dalla missione dell’Università di Udine in 4 anni nel Kurdistan iracheno. Nel 2016 saranno avviati due scavi archeologici nei siti di Asingrian e Tell Gomel.