I Virtuosi dei Berliner Philharmoniker a Trento per il cartellone della Società Filarmonica

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Il celebre sestetto impegnato nell’interpretazione di pagine di Respighi, Rossini e Di Marino

 

virtuosiI Virtuosi dei Berliner Philharmoniker (Laurentius Dinca, violino solista; Christoph von der Nahmer, violino; Stephan Schulze, violino; Ignacy Miecznikowski, viola; Stefan Giglberger, violoncello; Stanislaw Pajak, contrabbasso) sono sei musicisti della celeberrima orchestra dei Berliner Philharmoniker che dal 1993 suonano con grande successo su tutti i palcoscenici del mondo che s’esibiranno a Trento lunedì 18 gennaio (ore 20.45) nell’ambito del cartellone della stagione dei concerti della Società Filarmonica. Scopo dell’ensemble è fondere il suono degli archi dell’orchestra con il virtuosismo dei singoli musicisti. 

Il repertorio del gruppo parte dai classici viennesi e romantici, con le Serenate e le Sinfonie di Haydn, Mozart, Mendelssohn, Offenbach, Rossini, Schubert, Dvorak e Čajkovskij, per arrivare alla musica contemporanea, fino al jazz e al tango. Hanno registrato per le etichette Teldec e NEC, ricevendo l’unanime apprezzamento della stampa specializzata. Una delle ultime produzioni del gruppo è stata riservata alle opere del compositore trentino Roberto Di Marino: un segno di eccezionale apprezzamento internazionale che la Filarmonica di Trento non poteva che accogliere per riproporlo nella propria sede. 

Il violinista Laurentius Dinca, nato a Bucarest, ha studiato dapprima nella sua città natale e in seguito a Lubecca. Ha vinto numerosi premi in concorsi internazionali come il Tibor Varga di Sion, il Louis Spohr di Friburgo e il Casals di Barcellona. Dal 1980 al 1984 è stato primo violino dell’Orchestra della Radio di Francoforte e nel 1984 è entrato a far parte dei primi violini dei Berliner Philharmoniker. Come primo violino dei Virtuosi dei Berliner Philharmoniker è stato in tournée praticamente in tutto il mondo. È anche leader del Quartetto Athaenaeum Berlin, dal 1991, e dell’Ottetto d’Archi dei Filarmonici di Berlino, dal 1995. Nel 1992 ha ricevuto la Croce dell’Ordine al Merito Melitense.

“Parti di Violino Primo, Violino Secondo, Violoncello, Contrabbasso e questi di Sei Sonate orrende da me composte alla villeggiatura (presso Ravenna) del mio amico mecenate Agostino Triossi alla età la più infantile non avendo preso neppure una lezione d’accompagnamento. Il Tutto composto e copiate in tre giorni ed eseguite cagnescamente dal Triossi Contrabbasso, Morri (di lui cugino) Primo Violino, il fratello di questo il Violoncello, ed il secondo violino da me stesso, che ero per Dio il non meno cane”. Così Rossini ricorda l’occasione compositiva delle sue Sei sonate a quattro (1804) opere giovanili (furono scritte all’età di dodici anni) che guardano al modello classico intriso della ben nota giovialità rossiniana. Considerate a lungo perse, furono riscoperte da Alfredo Casella, esponente insieme a Respighi della cosiddetta “generazione dell’Ottanta” che cercava nuova ispirazione nella musica strumentale italiana del passato.  

Lontano da un intento filologico, più vicino a una volontà estetizzante, Respighi dona al passato musicale un colore ricercato e raffinato: la Terza Suite delle Antiche arie e danze per liuto (1932, le prime due risalgono al 1917 e al 1924) comprende le trascrizioni orchestrali di due brani anonimi (Italiana e Siciliana), le arie di corte del francese Jean-Baptiste Basard e in coda la festosa Passacaglia di Lodovico Roncalli (1692). 

“Per Roberto Di Marino la composizione è il risultato di un incontro. Sensibile alle analogie tra le culture, sa che dall’incontro nascono le cose più belle” scrive il musicologo Giuseppe Calliari. Così, in un’interessante unione tra forma classica e contenuti musicali extra-colti o extra-europei, prendono vita i due Concerti per violino, ispirati alle espressioni tipiche del tango argentino: due concerti, scrive l’autore, “simili sia nella scelta dei materiali armonici, melodici e ritmici che nella forma, che è quella di un concerto solistico in tre movimenti”. Il secondo concerto è nato come concerto per bandoneon e orchestra d’archi, qui trascritto in versione per violino e quintetto d’archi con cambio di tonalità (da la min. a re min.) e qualche modifica nelle linee solistiche.  

 

 

Programma

 

O. Respighi (1879-1936)

Antiche danze et arie per liuto. Suite n. 3 

1. Italiana: Andantino

2. Arie di corte: Andante cantabile – Allegretto – Vivace – Lento con

grande espressione – Allegro vivace –Vivacissimo – Andante cantabile

3. Siciliana: Andantino

4. Passacaglia: Maestoso – Vivace

 

G. Rossini (1792-1868)

Sonata per archi n. 6 in re min.

Allegro spiritoso – Andante assai – Tempesta (Allegro)

 

R. Di Marino (*1956)

Violin Concerto n. 1

Allegro – Adagio – Allegro

 

Violin Concerto n. 2

Adagio. Allegro – Adagio – Presto