Confronto schietto e costruttivo sulle emergenze del momento
«La Regione Veneto non ha né gli strumenti e né le risorse per gestire l’emergenza profughi. I continui arrivi di migranti e richiedenti asili stanno mettendo a dura prova il modello di accoglienza diffusa perseguito dalla cabina di regìa creata dalla Prefettura di Venezia e sostenuto dalle Caritas diocesane.
Se il governo nazionale continuerà a delegare ai singoli territori le politiche di accoglienza e di gestione della presenza di immigrati e se l’Unione europea non destinerà adeguate risorse ai flussi migratori, le preoccupazioni rappresentate dalle Caritas del Veneto sono destinate ad aumentare di fronte a una situazione sociale sempre più esplosiva». E’ quanto ha affermato l’assessore al sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, incontrando i responsabili delle Caritas diocesane a Mestre, nel centro “Cardinal Urbani” di Zelarino.
Nel primo incontro con i direttori Caritas delle nove diocesi del Veneto, Lanzarin non si è sottratta al confronto diretto sull’emergenza profughi. Nel 2014 i profughi accolti nelle strutture di accoglienza in Veneto sono stati 2.112; nel 2015 in Veneto gli arrivi sono stati oltre 18.000, dei quali solo un terzo risultano avere i requisiti per chiedere protezione per motivi umanitari. «Un flusso rilevante e di difficile gestione, che ha messo in crisi le potenzialità di accoglienza delle strutture pubbliche – ha sottolineato l’assessore, sollecitata sul tema dai rappresentanti Caritas – e che ha mobilitato le generose capacità di accoglienza di diocesi e parrocchie. Ma l’arrivo non gestito di così tanti migranti – ha avvertito Lanzarin – in un contesto di rallentamento dell’economia, di minori risorse per il welfare e di nuove povertà, sta alimentando tensioni sociali che non possiamo ignorare e ma che non siamo in grado di gestire, in assenza di una precisa assunzione di responsabilità da parte del governo nazionale e dell’Unione Europea».
Molti altri i temi al centro del confronto faccia a faccia tra assessore e responsabili delle Caritas del Veneto, dedicato a una ricognizione su problemi e volti della povertà nel territorio veneto e alle esperienze di collaborazione in atto, tra Chiesa e istituzioni regionale, per offrire risposte concrete alle crescenti domande di lavoro, abitazione, salute e sostegno che provengono dalle fasce sociali più deboli.
«Le Caritas del Veneto sono già partner importanti nella rete degli empori solidali, che consente di raccogliere sprechi ed eccedenze alimentari per assicurare un pasto a chi è più in difficoltà – ha ricordato Lanzarin – e in quella per le povertà estreme e i senza fissa dimora. Tra i primi atti di questa amministrazione regionale, che considera la spesa sociale un impegno irrinunciabile del proprio bilancio ci sono appunto la prosecuzione del finanziamento per sostenere il progetto degli empori solidali, la conferma della sperimentazione del reddito di inclusione sociale che ora coinvolge una sessantina di Comuni veneti, il sostegno al Fondo di solidarietà e lavoro, e l’impegno a gestire insieme ai comuni capoluogo 7 milioni del fondo Fesr per interventi a favore dei fissa dimora e delle povertà estreme».
Nel corso dell’incontro l’assessore ha illustrato anche gli altri obiettivi del proprio mandato, che tra le varie deleghe vede anche la gestione dell’edilizia residenziale pubblica. «Sono al lavoro sulla riforma delle Ater – ha spiegato – per riuscire a garantire maggior equità nelle assegnazioni e un uso temporaneo degli alloggi, per evitare che il diritto alla casa sia un privilegio per pochi, magari a scapito di chi versa in condizioni di vera indigenza. Studieremo insieme criteri e formule per aiutare quanti possono ricollocarsi nel mercato abitativo e liberare così alloggi a canone sociale per i senza lavoro, gli anziani soli a basso reddito, genitori divorziati o separati. Il dialogo e la collaborazione con le Caritas sarà essenziale – ha concluso l’assessore – anche per scrivere la nuova legge quadro del terzo settore, che dovrà valorizzare e coordinare il ruolo del volontariato veneto, di cui le Caritas sono una delle espressioni più autorevoli, e favorire processi di rete, anche al fine anche di ottimizzare le sinergie e coordinare gli interventi tra servizi pubblici e privato-sociale».