Veneto Banca, l’assemblea dei soci dà il via all’aumento di capitale e alla trasformazione in Spa

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veneto banca asemblea 2015
97% voti, aumento capitale da 1 miliardo di euro. Prossima tappa la Borsa 

 

veneto banca asemblea 2015Poco è mancato per l’unanimità dei votanti (cosa che non si poteva affatto dare per scontata prima dello svolgimento) all’assemblea dei soci di Veneto Banca che con il 97% dei votanti ha detto sì alla trasformazione da banca popolare in società per azioni. Un consenso espresso con 11.102 voti su 11.430, comprese le deleghe, che racchiude speranze ma anche paure, come quella di veder commissariato l’istituto. 

«Ci sono tutti i miei soldi, non voglio che la banca vada in fallimento» dice una socia. L’amministratore delegato Cristiano Carrus prima del voto si è rivolto ai soci usando parole che hanno fatto breccia e chiesto a di non gettare benzina sul fuoco. E l’assemblea ha risposto con favore. Per Veneto Banca è la fine di una storia di riunioni oceaniche con la regola di “una testa un voto”. 

Dopo l’approvazione dell’aumento di capitale per un controvalore di miliardo di euro, il prossimo passo, in primavera, sarà lo sbarco in Borsa che permetterà ai soci di liquidare la loro posizione e di rendere finalmente liquidabili in modo trasparente i titoli posseduti. Ancora non è chiaro quale possa essere il valore dell’azione. Quello del diritto di recesso è stato fissato a 7,3 euro (non esercitabile per mancanza di capitale), ben lontano dal picco di 40 euro del 2012, suscettibile di ulteriori sconti per invogliare i nuovi investitori. 

Il “giorno del giudizio” per l’istituto di Montebelluna è cominciato di buon mattino con l’arrivo dei primi soci: colonne di auto e pullman hanno intasato il traffico attorno a Venegazzù di Volpago di Montello, dove è stata allestita la grande tensostruttura in grado di ospitare i soci aventi diritto. Si aspettavano 7-8.000 persone, forse sono arrivati un migliaio in meno. Chi pensava a un’assemblea infuocata, a rischio di possibili “esuberanze” non solo verbali come in recenti casi simili accaduti in altre parti dello Stivale, ha dovuto ricredersi. Imponente il servizio d’ordine, più che corretto lo svolgimento della riunione. 

Anche sul lato della contestazione all’operato dei dirigenti della banca, iniziative di volantinaggio agli ingressi e dichiarazioni accese in platea o sul palco dal fronte dei no. Niente di più. Applausi sono arrivati dalla maggioranza dei presenti – in sala anche il governatore veneto Luca Zaia e il sottosegretario Enrico Zanetti – quando Carrus ha toccato le corde del contenimento dei costi, della vendita delle auto blu e del jet privato acquistato negli anni d’oro della banca. Battimani per il presidente Pierluigi Bolla che ha ribadito la volontà di perseguire, con un team di legali, l’individuazione degli eventuali elementi utili a promuovere un’azione di responsabilità verso «alcuni dirigenti», possibili responsabili della «mala gestio del passato». 

A Carrus è toccato il compito di spiegare le ragioni tecniche per le quali la vigilanza ha di fatto posto l’aut-aut al gruppo di Montebelluna: o il percorso di trasformazione in Spa con successiva ricapitalizzazione e quotazione in Borsa si concretizza o la Bce sarà costretta ad intervenire chiedendo il commissariamento. Alternative, è spiegato nella lettera ricevuta dalla dirigenza e firmata dalla responsabile della vigilanza europea, Daniele Nouy, non paiono esservene. Veneto Banca, ha sottolineato Carrus, «da tempo non ha capitale sufficiente. C’è bisogno di colmare questa carenza prima possibile, una volta per tutte, non si può andare ogni sei mesi con il cappello in mano a chiedere i soldi alla gente». 

Comunque attenzione a confondere il caso di Montebelluna con quelli di Etruria, Marche, Chieti e Ferrara: «questa banca ha numeri, potenziali e capacità di poter resistere ancorché qualcuno ogni tanto lo metta in dubbio e non mi riferisco alle autorità nazionale» ha detto Carrus ribadendo come «gli advisor hanno considerato fattibile il piano industriale» che sarà con zero licenziamenti. Le reti estere, ha detto ancora Carrus, «sono un bagno di sangue. Mi ritirerò da qualsiasi posto in cui questa banca non faccia utile, italiana o estera che sia». Con l’ingresso in borsa, inoltre, «si potrà valutare quotidianamente cosa il mercato penserà di Veneto Banca e delle quotate». 

Bolla ha smentito che siano stati «interrotti i rapporti con il Banco Popolare, così come non sono stati interrotti i colloqui con altri istituti bancari. E’ logico però comprendere – ha aggiunto – che una possibile accelerazione convinta dei lavori dei tavoli tecnici per giungere a fusioni o integrazioni potrà avvenire solo se l’esito di questa assemblea sarà positivo». 

Gli interventi critici dei soci hanno fatto leva, in particolare, sull’esigenza di creare dei paracadute per tutelare il capitale perso dei soci con la svalutazione dell’azione e con l’acquisto di obbligazioni subordinate. Alla fine, è arrivata anche la “benedizione” al nuovo corso del governatore Zaia: «mi sembra un percorso fondato sul futuro e al sano realismo».