La “Magical Mystery Orchestra” torna ad esibirsi al “Malibran” di Venezia

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magical mystery orchestra
L’ensemble veneziana stupisce per la sua capacità di rivisitare il mondo dei Beatles

 

Di Giovanni Greto

magical mystery orchestraInevitabilmente esce qualcosa di inedito dei Beatles, il gruppo che rappresenta il pozzo di San Patrizio della musica leggera. Sono molte le formazioni che si cimentano nella riproposizione fedele  del repertorio musicale della band di Liverpool. 

In Italia nell’operoso Veneto, formatasi tra Venezia e Mestre nel 1993, trionfa la Magical Mystery Orchestra. La sua è una ricerca filologica per un’interpretazione non pedissequa, né imitativa, ma che piuttosto punta ad evidenziare aspetti delle canzoni su cui, con i Beatles in attività, non si rifletteva. L’Orchestra, nell’occasione dell’uscita del Dvd e del Cd “The inner light”, relativo al concerto del 21 febbraio scorso, ritorna al teatro Malibran per il consueto, amato, appuntamento natalizio sabato 12 (ore 20.00), nella medesima formazione: 12 musicisti, un attore di teatro (Giorgio Bertan) e, in alcune canzoni, il coro dei “Growin’up Singers”, diretto da Paola Pascolo, formato da 60 bravissimi ragazzi. Il concerto è organizzato dall’Associazione degli ex dipendenti del teatro La Fenice con uno scopo benefico: devolvere l’incasso ai comuni della Riviera del Brenta, colpiti dal tornado dello scorso luglio. Rispetto a febbraio, mancherà l’intermezzo indiano, “The inner light”, di George Harrison, che vedeva al sitar lo storico leader de “Le Orme”, Aldo Tagliapietra. Poco male se quel concerto di tre ore si accorcerà di mezz’ora. Due le novità : l’esecuzione di “Imagine” e “Merry “ per rendere omaggio a John Lennon a pochi giorni dal trentacinquesimo anniversario della violenta dipartita terrena.

Che aggiungere ancora? Che la Magical Mystery Orchestra continua a suonare dal vivo pezzi che i Beatles hanno soltanto registrato in studio. Nella nutrita scaletta spicca un’originale rilettura di “Rain”, nella quale, secondo un sistema compositivo ideato da musicisti contemporanei come Terry Riley e Steve Reich, nel quale piccole particelle vengono ripetute casualmente. In “Rain”, oltre alla citazione di “In C” di Riley, l’Orchestra ha inserito altri cinque temi, banco di prova nel riconoscimento dei titoli da parte di ogni beatlesiano che si rispetti.