Zaia incontra a Venezia il ministro Poletti

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Il Governo stanzia 11,2 milioni di euro a favore del Veneto per i servizi per l’impiego. Zaia sollecita il Governo Renzi a maggiore attivismo a sostegno degli obbligazionisti delle banche in crisi

 

luca zaia giuliano poletti elena donazzanIl Governo ha stanziato 11,2 milioni di euro a favore della Regione Veneto per mantenere in attività, sino a fine 2016, la rete dei servizi per l’impiego. La relativa convenzione, che dà attuazione all’accordo quadro tra Governo e Regioni in materia di politiche attive del lavoro, è stata siglata a Palazzo Balbi tra il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e il presidente del Veneto, Luca Zaia, affiancato dall’assessore al Lavoro, Elena Donazzan. 

«E’ un momento significativo e importante per noi – ha detto l’assessore Donazzan – perché è l’attestazione che il sistema veneto sui temi del lavoro funziona. Questo atto sancisce che il Veneto ha saputo gestire la continua trasformazione del mondo del lavoro, condividendo sempre le scelte e gli strumenti da applicare con le parti sociali, in una realtà in cui le piccole e medie imprese hanno sofferto moltissimo. E abbiamo trovato un ministro attento e soprattutto pratico, che, in questi anni, ci è piaciuto per l’atteggiamento di confronto su queste problematiche e al quale poniamo adesso due obiettivi: rispondere in maniera efficace ai giovani e ragionare sugli “over 45” padri di famiglia, dicendoci pronti a sperimentare nuovi modelli, visto che il nostro può essere un buon terreno per farlo». 

La rete di servizi per lavoratori, disoccupati e inoccupati vede operare sul territorio veneto 39 centri per l’impiego pubblici e oltre 130 privati accreditati. Per il biennio in corso, la Regione Veneto ha già impegnato 5,5 milioni di euro, stanziati con la legge 19 dello scorso 29 ottobre, garantendo, anche grazie al nuovo contributo statale, le risorse necessarie per pagare i 459 dipendenti. Nel 2014, la spesa per i dipendenti è stata di circa 16,3 milioni e i costi di funzionamento (acquisto di beni e servizi) si attestano su 1,8 milioni.

«Da gennaio 2016 partirà un progetto specifico legato al sostegno al credito per i giovani: la possibilità di finanziamenti, da cinquemila a cinquantamila euro, restituibili in sette anni senza interessi» ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, secondo cui «possiamo tenere questo sostegno economico, che serve a trasmettere coraggio ai giovani, a dimostrare che la collettività sta con loro, con un sostegno delle competenze, visto che c’è un sapere in più: quello imprenditoriale, che è diverso da quello tecnico». «La risposta ai temi dell’occupazione nel nostro Paese – ha proseguito Poletti – deve far sì che le imprese nascano, crescano, investano ed innovino, tenendo insieme storia, tradizione e innovazione. Gli italiani hanno l’intelligenza nei polpastrelli, avendo una particolare attitudine a fare: noi dobbiamo aiutarli e stare al loro fianco». Poletti ha quindi parlato dell’esperienza veneta del progetto “Garanzia giovani”: «è un dato oggettivo che il Veneto faccia meglio sui dati occupazionali e, con questo progetto, ha fatto un lavoro molto interessante, creando un grande contenitore di opportunità che ci consente di costruire un’infrastruttura, perché il grande problema è che ci sia qualcuno che risponde al cittadino. Credo quindi che ci siamo capiti sulla base di un’idea, visto che vorremmo che le politiche attive fossero questo. C’è molto lavoro da fare, ma possiamo collaborare con qualche elemento di sperimentazione: l’alternanza scuola-lavoro testimonia lo sforzo che abbiamo fatto. E ci vogliono meccanismi complessi capaci di connettere queste possibilità».

Soddisfatto della firma il Governatore del Veneto, Luca Zaia: «i servizi per l’impiego pubblici e privati sono il primo strumento anti-crisi nel sistema di contrasto e di sostegno sociale delle nostre politiche per il lavoro. L’accordo siglato con il governo conferma la validità del nostro modello e candida la Regione a proseguire anche in futuro nell’organizzazione delle proprie politiche, svolgendo un ruolo diretto negli interventi di ricerca, collocamento e riposizionamento nel mercato del lavoro. I risultati di quanto operato sinora – ha aggiunto Zaia – sono evidenti: in Veneto il tasso di disoccupazione ad ottobre 2015 risulta essere del 6,6%, quasi la metà di quello nazionale, il saldo tra assunzioni e cessazioni di rapporto di lavoro è positivo (più 6.500 rispetto a ottobre 2014), il numero dei disoccupati è sceso di cinquemila unità rispetto al corrispondente mese dello scorso anno e risulta in flessione anche il numero di licenziamenti, (da 15.500 del terzo trimestre 2014 ai 13.400 dell’analogo trimestre 2015). Con questi numeri e con l’esperienza delle sinergie create con le associazioni di categoria, le forze sindacali e i centri di formazione il Veneto ha le carte in regola per continuare ad esercitare in modo diretto le politiche attive per il lavoro, erogando servizi di qualità a costi standard».

Oltre di lavoro, Zaia e Poletti hanno discusso anche della crisi delle banche, due delle quali sono in Veneto. «Siamo passati da un modello in cui la Banca d’Italia garantiva il risparmiatore ad uno in cui è il risparmiatore a garantire la Banca d’Italia» ha detto Zaia con riferimento alla situazione di due banche popolari venete, sottolineando come «sono 205.000 gli azionisti coinvolti in Veneto: presidi sul territorio, molti dei quali sono imprese, ma anche molti sono cittadini, operai, lavoratori, pensionati e disabili. Non pietiamo – ha proseguito – interventi statali o soluzioni miracolistiche che non esistono, ma nemmeno ci chiamiamo fuori, ritenendo che sia un obbligo morale ed etico dare delle risposte. Sottolineiamo che si tratta di banche vigilate, che hanno avuto l’ok ai bilanci e hanno superato gli stress test: se c’è stata “mala gestio”, è giusto che qualcuno paghi; ma vanno identificati anche i responsabili dei controlli non fatti». «Io non condivido – ha aggiunto Zaia – le indicazioni della Bce, che vede la banca ideale in quella senza rischio d’impresa, perché così qui chiuderemmo i battenti domani mattina e quindi bisogna battere i pugni anche a livello comunitario. Il peccato originale è stato il non aver dato il via, col Governo Monti, a fondi salvabanche, come avvenuto in Spagna». Zaia ha affermato che le popolari «restano per noi banche mutualistiche, come le definisce Obama, banche del territorio che hanno sempre risposto alle chiamate: se se ne va il nostro sistema di credito, se ne va un gran pezzo della nostra economia, a cui non possiamo rinunciare. Il ministro Poletti, con cui abbiamo un buon rapporto, sa che una caduta di queste banche avrebbe ricaduta negativa anche sul lavoro. E manderò una lettera a tutti i parlamentari veneti, chiedendo un lavoro di squadra perché questi 205.000 azionisti possano sopravvivere: non può succedere che ci sia chi perde tutto».

«Bisogna fare in modo – ha detto Poletti – che la transizione in corso si realizzi in maniera tale da non aprire problematicità, perché il sistema creditizio ha storicamente retto lo sviluppo delle imprese del territorio. E’ una materia molto delicata, perché il confine della vicenda, all’interno delle cui linee bisogna restare, sono le norme europee, che vietano gli aiuti di Stato. Ma, ripeto, la gestione non deve provocare e scaricare problemi sul piano delle imprese». Il ministro ha quindi affermato che «l’attenzione del Governo non può che essere massima, anche perché non si tratta di temi astratti, ma concreti. Presidieremo la vicenda del sistema bancario e i suoi impatti sul sistema produttivo, perché ritengo che sia doveroso porre la tematica al centro della nostra attenzione. Su come intervenire, la competenza è del ministro dell’Economia».