Dopo cinque anni di attività, individuati i caratteri distintivi della varietà tipica altoatesina
Con la presentazione dei risultati, si è concluso il progetto europeo quinquennale “Lagrein” del Centro di sperimentazione Laimburg che ha individuato i caratteri di qualità distintivi, il profilo metabolico e le principali sostanze contenute nel vino originato dal vitigno autoctono altoatesino.
I risultati del progetto dedicati al Lagrein sono stati illustrati nella cantina nella roccia del Centro di sperimentazione Laimburg a Vadena attraverso una serie di relazioni degli esperti che hanno curato la ricerca. Ha introdotto i lavori il direttore del Centro Laimburg Michael Oberhuber.
«Un progetto importante per il settore locale, perchè ha creato le basi per un’ulteriore valorizzazione di questo vitigno autoctono e delle sue potenzialità per le cantine sociali», ha sottolineato Oberhuber. Lo studio è stato illustrato da Florian Haas e Josep Valls del Centro e Urban von Klebelsberg della Cantina dell’abbazia di Novacella. Vi hanno lavorato anche Josep Valls, Irene Struffi e Flavio Ciesa.
Il progetto di analisi chimica attorno al vitigno autoctono del Lagrein e al vino prodotto, per identificarne i caratteri distintivi della qualità e il profilo metabolico, è stato finanziato attraverso il programma europeo FESR (fondi per lo sviluppo regionale). Partendo dai dati scientifici su posizione degli impianti, situazione delle viti, sostanze contenute, il progetto è stato condotto per cinque anni dai ricercatori del Centro Laimburg con la partecipazione di alcune aziende vitivinicole locali. È stato rilevato tra l’altro che il microclima influenza notevolmente la qualità del vino e che per avere un ottimo Lagrein sono necessari in particolare un’elevata temperatura dell’aria e dell’uva, un terreno poco fertile e un moderato stress idrico.
In Alto Adige attualmente il vitigno Lagrein si estende per 420 ettari (principalmente a Bolzano Gries) su un totale di 5.300 ettari di superficie vitata. È il secondo vitigno più coltivato dopo l’uva Schiava.