In programma musiche per sassofono trascritte da grandi pagine classiche e musica da colonna sonora
I sassofoni sono i protagonisti della serata evento di martedì 1 dicembre (ore 20.45) alla sala dei concerti della Società Filarmonica di Trento che con questa serata, anche se con un po’ di ritardo, si unisce alle celebrazioni che nel 2014 hanno ricordato in tutto il mondo il bicentenario (1814-2014) dalla nascita di Adolphe Sax, inventore dello strumento che da lui ha preso nome.
Uno strumento che, a partire dal 1840, ha trovato nel Novecento un crescente impegno non solo nella musica popolare (bande e jazz) ma pure nella musica colta.
Analogamente a quanto succedeva per i quintetti d’ottoni, l’affermarsi di formazioni cameristiche di sassofoni ha contribuito ad allargare il repertorio attraverso rielaborazioni di pagine sinfoniche o tratte dal teatro musicale. Un repertorio del quale il Selmer Saxharmonic è uno dei più brillanti interpreti. Si tratta di un gruppo unico nel suo genere che riunisce dodici sassofonisti classici fra i più affermati in Germania. Ha debuttato nel 2006 al Festival “Oleg Kagan” di Kreuth e a dirigerlo è Milan Turkovic, che tutto il mondo conosce per la sua attività concertistica di fagottista nel Concentus Musicus di Harnoncourt, nel Quintetto a fiati Wien-Berlin, nella Chamber Society of Lincoln Center di New York e per quella di direttore d’orchestra (Camerata Salzburg, Orchestra Verdi di Milano, Tokyo Metropolitan Orchestra, ecc.).
Il programma della serata unisce la musica classica tout court con quella che Ennio Morricone ha definito la “classica del futuro”: la colonna sonora. È un incontro non casuale, che anzi trova nell’arrangiamento per ensemble di saxofoni una veste inaspettata, che valorizza la caratteristica espressionista della musica per cinema.
Le Danze Slave op. 64 di Dvorak sono forse tra i brani più amati della letteratura musicale. Originariamente scritte per pianoforte a quattro mani, si affermarono immediatamente anche nella versione orchestrale, redatta da Dvorak stesso. Liriche e appassionate, presentano diversi temi popolari cechi.
Milhaud, come la maggior parte dei suoi contemporanei francesi, fu affascinato e ispirato dal mondo esotico, primitivo e incolto extraeuropeo: sound del Sudamerica, amore per la musica popolare da dance-hall e il modernismo del jazz si fondono nella suite Scaramouche, brano inconfondibile, sintesi unica tra tutti gli stili e i linguaggi accolti dal compositore.
Trait d’union, la Jazz Suite di Sostakovic – o meglio Suite per orchestra di varietà – il Valzer n. 2 fu utilizzato nella pellicola Eyes Wide shut di Stanley Kubrick. Non solo. Sostakovic stesso durante la fase compositiva utilizzò materiale proveniente, oltreché da diversi balletti, dalle colonne sonore di alcuni film.
Si viene al passato recente. Morricone, Rota, Nyman, Williams, Zimmer, Eisler, incredibili compositori di sound track. Non musica di sottofondo ma interpretazione sonora di una storia, di un concetto, di un senso. La cifra è quella dell’immediatezza e dell’evidenza per cui la forza visiva si traduce in suono. Accade così che temi come C’era una volta il West o Star Wars diventino brani autonomi dall’immagine e intraprendano una storia propria, al pari della grande letteratura classica. Ed è forse in questo che la musica colta del futuro avrà una speranza nella musica per cinema.
Programma
A. Dvorak: Danze Slave op. 46 n. 1, 7, 8
D. Milhaud: Scaramouche
D. Sostakovic: Jazz-Suite n. 2 (selezione)
H. Zimmer: He´s a Pirate (dal film “Pirati dei Caraibi”, arr. di C. Enzel)
H. Eisler:Dans les Rues (arr. di C. Enzel)
E. Morricone: C’era una volta il West (arr. di C. Enzel)
M. Nyman: Hotel de la Ville
N. Rota: Rota-Suite (arr. di C. Enzel)
J. Williams: Star Wars (arr. di C. Enzel)