I magistrati rilevano cause strutturali già evidenziate nel 2013. Zeni: «confermato il buon livello della sanità trentina»
La Sezione di controllo della Corte dei Conti di Trento ha rilevato criticità nel bilancio dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari relative alla gestione finanziaria 2014. Si tratta di fattori dovuti sostanzialmente a cause strutturali, che erano stati richiamati dai magistrati contabili già nel 2013.
La situazione contabile è solida, ma nella sua relazione il consigliere Gianfranco Postal – nel collegio con Massimo Agliocchi ed il presidente Diodoro Valente – ha evidenziato gli aspetti più salienti che dovrebbero innescare «conseguenti misure correttive o di miglioramento» da parte dell’Apss. Tra questi vi è il livello del costo dell’assistenza sanitaria di base, che a livello pro capite è cresciuto del 2,55% nell’ultimo triennio. In particolare le assegnazioni sono di 2.143 euro per paziente, il 17% in più del valore nazionale medio, pari a 1.829 euro. Crescono, del 6,9%, anche i costi per l’assistenza specialistica, in larga parte dovuti all’avvio dell’avveneristico Centro per la protonterapia che sconta ancora il mancato convenzionamento con il sistema sanitario, tranne alcune eccezioni regionali.
Di stretta attualità, con riferimento ai presidi medici sul territorio, è l’osservazione sui costi dell’assistenza ospedaliera legata anche una mobilità sanitaria negativa (il saldo è di meno 16 milioni di euro). In sostanza: la spesa è tra le più alte in Italia ma ci sono pazienti trentini che preferiscono farsi curare fuori provincia. «Tale situazione – si legge nella relazione – conferma l’assoluta necessità di porre in atto misure di riorganizzazione e riqualificazione della rete ospedaliera, in grado di incrementare efficacia e sicurezza».
Criticità più specifiche, rileva ancora la Sezione di controllo, riguardano gli acquisti di beni sanitari (+1,86%), gli acquisti di protesi in convenzione (+3,41%) «per i quali si ribadisce la necessità di un attento monitoraggio», e la spesa per il personale, in controtendenza con la diminuzione del costo del personale a livello nazionale, influenzata dalla diversa tipologia di contratti di lavoro in ambito sanitario presenti in Trentino. La Sezione di controllo ricorda inoltre l’obbligo, per l’Apss, di «monitorare sistematicamente, in particolare, i tredici contratti che riguardano i principi attivi-farmaci, i cui prezzi non sono rispondenti ai prezzi di riferimento dell’Autorità di vigilanza sugli appalti pubblici e per i quali il collegio sindacale segnala valori di acquisto superiori di oltre il 20% ai corrispondenti prezzi di riferimento».
Quanto al bilancio, il patrimonio netto è pari a 538.134.633 di euro, con un decremento di circa 24,5 milioni di euro, il 4,35% in meno al precedente esercizio, ed un valore della produzione pari a 1.025.387.992 euro, con un utile – in leggero calo – di 17.269 euro.
I rilievi dei magistrati contabili non inquietano l’assessore provinciale alla sanità, Luca Zeni, secondo cui è «confermato il buon livello della sanità trentina, anche se con dei costi maggiori rispetto ad altre realtà. Alcuni sono per scelta politica, in modo da garantire standard più alti, altri invece possono andare ad incidere sull’efficienza della macchina e dell’organizzazione. Le osservazioni che sono state fatte vanno nella direzione che stiamo cercando di seguire, quindi la valutazione è certamente positiva».