Da qualche anno non viene più conseguito l’obiettivo di vaccinare il 95% dei minori. Rimini maglia nera
Le vaccinazioni in Emilia-Romagna sono nella media italiana – 1,5 milioni le dosi somministrate nel 2014 – rispetto però a un passato in cui, assieme al Veneto, era la regione più virtuosa in Italia. Negli ultimi anni c’è stata una contrazione significativa: in Romagna, in particolare, non viene più conseguito l’obiettivo del 95% di minori vaccinati.
La maglia nera spetta a Rimini, dove è presente il movimento antivaccinale più attivo, il Comilva. Nel territorio il 10% della popolazione minorenne è inadempiente. I dati arrivano nell’informativa dell’assessorato alle politiche per la salute dell’Emilia-Romagna, nella seduta congiunta della commissione politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, e della commissione cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, presieduta da Giuseppe Paruolo. E’ l’“aspetto ideologico” alla base del rifiuto ai vaccini, mentre «sono irrilevanti i casi di bambini non immunizzati tra i cittadini extracomunitari e tra la popolazione Rom».
«Il mancato superamento della soglia di sicurezza dell’85% di vaccinati – ha specificato la funzionaria dell’assessorato – produce evidenti rischi non solo per quei soggetti inadempienti ma anche per bambini con patologie gravi che precludono l’utilizzo dei vaccini. Per fare un esempio, un bambino immunodepresso in caso di contrazione del morbillo può rischiare anche la morte». Inoltre, ha evidenziato il fatto che «le malattie collegate ai vaccini obbligatori non sono legate all’ambiente, si possono contrarre anche in spazi salubri». Ha invece respinto le tesi che collegano la somministrazione dei vaccini a particolari patologie: «non esistono connessioni tra l’immunizzazione e patologie come autismo, epilessia e diabete». Inoltre, «sostanze quali alluminio (che agisce da adiuvante per ridurre l’utilizzo di antigeni) e formaldeide presenti in quantità minime in alcuni vaccini non producono nessun rischio per la salute umana. Percentuali di allumino sono presenti anche in numerosi alimenti, così anche per la formaldeide, che è inoltre presente naturalmente nel nostro organismo». «La normativa nazionale – ha poi aggiunto – prevede l’obbligo vaccinazione solo per difterite, tetano, poliomielite ed epatite C. La Regione Emilia-Romagna ha chiesto al ministero di rivederla, inserendo anche quei vaccini, raccomandati, comunque fondamentali per la salute dei bambini».
Sulla concorrenza farmaceutica, la funzionaria ha risposto che «sono tre le aziende che producono vaccini», ricordando che «le forniture avvengono attraverso gare d’appalto». Relativamente alla comunicazione, ha ammesso che «attualmente è insufficiente, l’obiettivo è potenziare i canali informativi». Sulle vaccinazioni per adulti, «per difterite e tetano è consigliato il richiamo ogni dieci anni». Sulla causalità decessi-vaccinazioni è stato confermato che «nella banca dati non risulta alcun caso». Infine, ha ricordato che «i cittadini che decidono di opporsi alla vaccinazione dei loro figli, vengono convocati dal sistema sanitario regionale per un colloquio in cui si chiede di firmare un documento che attesti il diniego, in caso di rifiuto vengono segnalati al sindaco del comune di residenza e al tribunale».