Obiettivo veicolare 300 passeggeri al giorno sullo scalo felsineo provenienti dai paesi arabi
Emirates, la compagnia aerea degli Emirati della penisola arabica, punta con decisione sulle potenzialità dell’Italia, portando a cinque le rotte italiane coperte con regolari collegamenti di linea. L’ultimo in ordine di tempo, è l’aeroporto “Marconi” di Bologna
«Bologna è più importante di Berlino, perché gli italiani sono aperti e vogliono accogliere più turisti» ha ribadito il vicepresidente di Emirates, Thierry Antinori, commentando la decisione della compagnia di “atterrare” all’aeroporto “Marconi” con una tratta giornaliera da e per Dubai. «Le autorità tedesche – ha spiegato Antinori – non ci permettono di volare su Berlino, quindi per la Emirates oggi Bologna viene prima della capitale tedesca».
«L’Italia – ha sottolineato il vicepresidente di Emirates – è importantissima per noi e adesso che si è aggiunta Bologna abbiamo cinque rotte italiane, con i collegamenti Bologna-Dubai, Roma-Dubai, Venezia-Dubai, Milano-Dubai e Milano-New York. Non c’è nessun altro paese in Europa in cui abbiamo tante tratte: in Germania ce ne sono quattro, in Francia tre, di conseguenza l’Italia è al secondo posto come importanza in tutta Europa dopo il Regno Unito».
A Palazzo Re Enzo a Bologna la compagnia di bandiera degli Emirati arabi ha organizzato una serata di gala con intrattenimento musicale, cui hanno partecipato autorità ed esponenti della cultura. Alla domanda su quante persone pensa Emirates di muovere da Bologna, Antinori ha risposo: «non posso prevedere il futuro, ma se dovessimo arrivare nel giro di un anno a 300 passeggeri al giorno, cioè l’80% di carico, il nostro direttore generale per l’Italia Fabio Lazzarini ha promesso che andrebbe a piedi a San Luca», il santuario sui colli che domina la città. Secondo il numero due di Emirates, «a Bologna verranno asiatici, giapponesi, coreani, australiani e cinesi. Non dobbiamo però dimenticare – ha aggiunto Antinori – i Paesi del Golfo, gli Stati arabi, il Kuwait, l’Arabia Saudita e i paesi del Medio Oriente che amano la cultura italiana. Seriamente ritengo di chiedermi se a Bologna sia il caso di costruire altri alberghi».