Pubblica amministrazione, ancora eccessivi i ritardi nel pagamento ai fornitori

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Cgia: l’Italia è il peggior pagatore in Europa. Bizzotto: «la Commissione costringa il governo Renzi a rispettare i termini di pagamento»

 

euro soldi evasione fiscaleEra il 13 marzo del 2014 quando il quasi neo insediato premier Matteo Renzi nel corso di una comparsata nella cosiddetta “terza Camera” del Parlamento italiano, quella televisiva di “Porta a Porta” condotta da Bruno Vespa, prometteva urbi et orbi che, con lui al timone della barca Italia, i 56 miliardi di debiti con i fornitori del comparto pubblico italiano sarebbero stati onorati entro il 21 settembre di quell’ormai lontano anno, giorno di San Matteo.

Da allora, di San Matteo ne sono ormai passati due, ma di pellegrinaggio penitenziario appiedato al santuario di Monte Senario ad una ventina di chilometri da Firenze che Renzi promise solennemente di fare in caso di fallimento nessuno ne ha avuto contezza. Intanto, i debiti dello Stato sono aumentati e rimane il peggior pagatore d’Europa. Parallelamente, Renzi ha perso gran parte della sua credibilità.

Secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, basandosi sui dati della Banca d’Italia, «al momento attuale, al netto dell’importo ceduto in pro soluto, sono 61 i miliardi di debito che la pubblica amministrazione deve alle imprese fornitrici. Una cifra imponente che fatica a diminuire  poiché la Pa continua a liquidare le fatture con forte ritardo rispetto a quanto previsto dalla Direttiva europea introdotta nel 2013, che impone alle aziende pubbliche il saldo fattura entro 30-60 giorni». 

Dalla Cgia ricordano che, secondo i dati di Intrum Justitia, nonostante i tempi di pagamento nell’ultimo anno siano scesi di 21 giorni, la pubblica amministrazione italiana si conferma la peggiore pagatrice d’Europa, visto che salda mediamente i propri fornitori dopo 144 giorni, contro i 38 giorni medi che si registrano in Ue: ben 106 giorni in più della media europea. Rispetto ai principali partner economici, la Francia salda le proprie fatture dopo 62 giorni, l’Olanda in 32 giorni, la Gran Bretagna in 24 giorni e la Germania dopo 19 giorni.

«Grazie all’introduzione  della fatturazione elettronica – conclude Paolo Zabeo della Cgia – le cose sono migliorate. Dallo scorso 31 marzo, infatti, tutti i fornitori della Pa hanno l’obbligo di emettere la fattura in formato elettronico. Una disposizione che ha reso più trasparente il rapporto commerciale tra il pubblico e il privato, anche se il debito complessivo rimane ancora troppo elevato e i ritardi nei pagamento  sono del tutto ingiustificati».

Sul tema del mancato rispetto dei termini di pagamento interviene anche l’eurodeputata veneta Mara Bizzotto che con un’interrogazione alla Commissione europea chiede un pronto intervento per «affrontare e risolvere, in via definitiva, questa annosa e vergognosa questione tutta italiana», invocando altresì «urgenti misure di sostegno in favore delle migliaia di imprese italiane vittime della colpevole insolvenza della pubblica amministrazione». 

«Altro che le false promesse del premier Renzi: l’Italia continua – continua Bizzotto – ad essere maglia nera in Europa sia per i debiti non pagati sia per i tempi di pagamento. Solo in Italia si è giunti al paradosso per il quale gli imprenditori falliscono per crediti e non per debiti, con lo Stato che non paga le aziende ma al tempo stesso pretende da loro il pagamento delle tasse più alte d’Europa».