Emilia Romagna regione più multietnica d’Italia con il 12,1% della popolazione residente

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immigrazione veneto controlli polizia
Circa la metà dei residenti è di origine europea e Piacenza è la provincia con la presenza più alta di stranieri

 

immigrazione veneto controlli poliziaL’Emilia-Romagna è la Regione più multietnica d’Italia: è quella dove la percentuale di stranieri è più alta. Nel 2014, secondo il dossier statistico sull’immigrazione diffuso da Idos, erano 536.747, il 12,1% della popolazione regionale.

Circa il 50% degli stranieri residenti in Emilia-Romagna sono europei e Piacenza è la provincia con la percentuale più alta. La principale nazionalità è quella romena, seguita da quella marocchina e quella albanese.
Un dato sensibilmente più alto della percentuale nazionale (8,2%) e più alto di ogni altra regione italiana. Più della metà degli stranieri, ovvero il 53,3%, sono donne. Una presenza così massiccia e radicata porta con sé alcuni altri dati significativi: in Emilia-Romagna è più alto che altrove il processo di stabilizzazione (sono stati 16.445 quelli che nel 2014 hanno ottenuto la cittadinanza italiana) ed è più alta la percentuale dei bambini stranieri che frequentano le scuole dei vari ordini che sono nati in Italia.
Dal 2013 al 2014 la presenza è aumentata dello 0,5%. La percentuale degli stranieri è superiore alla media nazionale in tutte le province dell’Emilia-Romagna, si va dall’8,5% di Ferrara al 14,3% di Piacenza, che è la seconda provincia italiana per numero di stranieri, preceduta solo da Prato. La metà dei residenti stranieri in regione sono europei (50,1%), il 26,9% sono africani, il 19% asiatici e il 3,9% americani. La principale nazionalità rappresentata è quella romena (15,4%), seguita dalla marocchina (12,6%) e albanese (11,7%). Seguono nella classifica la comunità moldava (5,9%), quella ucraina (5,8%), la cinese (5,2%).
Un osservatorio privilegiato sulla presenza degli stranieri in Italia è, da sempre, il mondo della scuola, anche alla luce del fatto che i minori stranieri sono 122.196, ben il 22,8% di tutti gli under 18. Nell’anno scolastico 2014/2015 gli alunni stranieri iscritti nelle scuole della regione sono stati 95.241, il 15,5% degli scolari iscritti, contro una media nazionale del 9,2%. Le punte massime si registrano nelle province emiliane di Piacenza (20,9%), Modena e Parma (16,7%) e Reggio (16,3%) dove la presenza degli immigrati è più radicata anche nel tempo. Il 57,8% di questi ragazzi sono nati in Italia. Questa tendenza è, per ragioni ovvie, inversamente proporzionale al livello delle scuole: l’86,3% dei bambini stranieri iscritti alle scuole materne sono nati in Italia, percentuale che scende al 77,2% per le elementari, al 48% per le medie ed al 20,5% per le superiori.
Significativa anche la presenza di imprese con titolari stranieri che sono circa 47.156: questo significa che poco meno di uno straniero su dieci (minori inclusi) in Emilia-Romagna è un lavoratore autonomo. Le rimesse ammontano a 459,7 milioni all’anno. La quota più significativa, in relazione al numero di cittadini, è diretta verso l’Asia (il 32,7% del totale in rapporto al 19% degli abitanti). La particolarità del fenomeno migratorio che riguarda l’Emilia-Romagna è rappresentato anche da un altro dato: se il numero degli stranieri in Italia (attorno ai 5 milioni) è di pochissimo superiore agli italiani residenti all’estero, in Emilia-Romagna questo dato si discosta di parecchio, visto che a fronte di oltre mezzo milione di stranieri residenti, gli emiliano-romagnoli iscritti all’Aire sono 163.905. Di questi 11.163 sono emigrati nel 2014.
Quasi il 50% degli stranieri residenti in Emilia-Romagna sono di religione cristiana. E’ questa la stima che emerge dai dati del dossier statistico sull’immigrazione diffuso da Idos, in collaborazione con Confronti e realizzato insieme alla presidenza del consiglio, l’Unar e la Chiesa Valdese. Il 47% degli stranieri sono infatti di religione cristiana, con una prevalenza di ortodossi (28,1%), spiegabile con il fatto che la nazionalità romena è quella più rappresentata. Cattolici sono il 14,4% dei cittadini stranieri, 4,6% gli evangelici e i protestanti. La presenza musulmana è invece del 39,4%: si tratta di un numero più basso rispetto ai cristiani, ma che è considerevolmente più alto della media nazionale che è del 32,2%. Molto marginale, invece, la presenza delle altre religioni fra le comunità straniere emiliano-romagnole: il 3% sono induisti, l’1,5% buddisti, l’1,6% appartiene a religioni tradizionali.
La fotografia degli stranieri residenti in Emilia-Romagna, se portata a livello provinciale, evidenzia due diversi “poli”: uno romagnolo fortemente europeo, ed uno emiliano “pluricontinentale” con al centro Reggio e Modena dove si ha una significativa presenza di africani e asiatici. Nel Bolognese gli stranieri, all’1 gennaio 2015, sono 116.034, l’11,5% dell’intera popolazione, la metà dei quali risiede nel capoluogo (con un’incidenza che arriva al 15%, superato solo da Crevalcore dove raggiungono il 15,5%): sono tornati a salire dopo la flessione dell’anno precedente. La Romania, con il 19,8% sul totale, è la comunità più rappresentata, davanti a quella marocchina e quella albanese. Percentuali superiori alla media raggiungono anche quelle pakistane, bangladesi e filippine. I minori sono il 22% e si registrano dati significativi, in particolare nel comune capoluogo, sui nuovi nati, dove il 27,6%, sono stranieri.
Nel Modenese la comunità marocchina è quella più rappresentata: in tutto ci sono 92.981 stranieri che sono il 13,1% della popolazione. Molto alto il numero dei minori, che sono il 24,5%. Gli africani sono il 36,2%, poco meno degli europei (40,8%), molti sono anche gli asiatici (20,3%). Oltre a quella marocchina sono molto presenti anche ghanesi e tunisini. E’ la provincia dove la presenza di stranieri è più consolidata, è quella in Emilia-Romagna, dove negli ultimi dodici anni ha avuto un tasso di crescita inferiore, +180%.
Il reggiano è il territorio dove il fenomeno migratorio è più radicato, anche se non è la provincia con l’incidenza più alta, che corrisponde al 13,1% per un totale di 69.981 stranieri residenti. E’ il territorio dove l’immigrazione è più globale (ci sono il 37,5% di europei, il 29,3% di africani e il 30,6% di asiatici). Prevale la comunità marocchina e consistenti sono anche quelle cinesi, pakistane e bangladesi. Alcuni dati testimoniano il radicamento più accentuato che altrove: il calo del 3,2% degli stranieri sul 2013 (spiegabile con l’elevato numero di stranieri diventati cittadini italiani), l’alto numero di imprese (7.411, sopra la media regionale) e di anziani: il 3,5 degli stranieri ha infatti più di 65 anni.
La provincia di Parma è quarta in Italia e seconda in Emilia-Romagna per l’incidenza di stranieri: sono 59.507, il 13,4% della popolazione complessiva. La comunità più consistente, che supera in termini numerici anche altre che a livello regionale sono molto più presenti, è quella moldava. Rispetto alle altre aree emiliane si tratta di una emigrazione abbastanza recente, con un incremento del 2,2% rispetto al 2013.
Piacenza è la provincia con la più alta percentuale (14,3%) di stranieri in regione, seconda in Italia solo a Prato: in totale sono 41.227. Quasi un minore su quattro (24,6%) è straniero. La comunità più numerosa è quella albanese, anche se si registrano aggregazioni percentualmente significative anche di indiani (5%).
Il ferrarese è il territorio con la presenza minore di stranieri (sono 30.126, l’8,5% della popolazione) ed anche con quella più recente visto che negli ultimi 12 anni è aumentata del 388%, ben oltre la media regionale e dell’1,7% nel 2014. La prevalenza degli stranieri è quella romena, anche se ci sono gruppi significativi di ucraini e pakistani.
Nella provincia di Ravenna gli stranieri sono 46.712, ovvero l’11,9% della popolazione. Si tratta della provincia emiliano-romagnola dove più alta è la rappresentazione di nazionalità europee (il 69,3% del totale): quella romena è al primo posto, anche se sopra la media (5,7%) è la presenza di cittadini del Senegal. E’ anche il territorio dove più alta è la presenza femminile (56,4%) e quella dell’incidenza complessiva degli occupati (22,7%).
Nel territorio di Forlì e Cesena gli stranieri sono 43.808, ovvero l’11,1% della popolazione residente. Anche qui, come nel resto della Romagna, è più alta la presenza di europei, soprattutto romeni. Si tratta di una delle poche province dove il saldo è in calo rispetto al 2013 (-0,6%). Nutrita, rispetto al resto della regione, la comunità bulgara (5,2%).
La massiccia presenza del turismo rende Rimini un caso particolare: la presenza di stranieri è in larga misura europea (65,5%), in particolare albanese, romena e ucraina. Qui è molto alta l’incidenza degli occupati (22,7%), ma è elevato e sopra la media anche il numero delle imprese gestite da stranieri (4.164, una per ogni nove residenti). Gli stranieri totali sono 36.596 (il 10,9%) della popolazione: più bassa che altrove è la presenza di minori (19,5%), mentre spicca un’alta presenza di ultra 65enni, il 4,6% del totale di stranieri contro una media regionale del 3,1% e di donne, 56,4%.