NordEst, segnali di ripresa dal mondo dell’economia

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grafico altalenante crescita
In Emilia Romagna imprese in crescita a fine settembre. In Trentino l’analisi sui bilanci di 108 aziende effettuata dalla Cgil evidenzia la crescita di fatturato a 4,4%

 

grafico altalenante crescitaDal NordEst segnali di crescita dal mondo dell’economia. In Emilia-Romagna rallenta il numero di chiusure, ma i primi segnali positivi non ancora hanno prodotto un incremento sostanziale delle imprese. Questo il dato saliente fotografato da Unioncamere Emilia-Romagna, che ha elaborato i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio. 

Le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 463.746 a fine settembre, 578 in più (+0,1%) rispetto a fine giugno.

L’incremento è relativamente limitato, ampiamente al di sotto della soglia delle 1.000 imprese, non più superata ormai da quattro anni. A livello nazionale l’aumento è risultato lievemente più ampio (+0,3%). Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, le iscrizioni (5.179) sono solo lievemente aumentate, le cessazioni (4.632) sono lievemente diminuite, toccando un nuovo minimo per gli ultimi dieci anni. 

Il dato delle imprese attive rende l’effettiva capacità della base imprenditoriale. A fine settembre, erano 412.006, con un lievissimo incremento congiunturale di 168 unità, solo +0,04%. Il ritorno al segno più indica la fine della fase negativa, ma i segnali di ripresa non hanno ancora prodotto un incremento sostanziale delle imprese. Nei servizi la crescita è contenuta in termini assoluti, ma diffusa, con le eccezioni del commercio e del trasporto e magazzinaggio, in arretramento. La tendenza negativa domina invece tutti i settori produttivi tradizionali. Crescono le attività di supporto per le funzioni d’ufficio e alle imprese (+73 unità, +1,8%) e i servizi di alloggio e ristorazione (+85 unità, +0,3%). Flettono le costruzioni (-79 unità) e la manifattura (-110 unità). Il contenuto andamento positivo congiunturale è stato determinato dalla continua crescita delle società di capitale (+504 unità, +0,6%), che ritrovano il ritmo del 2011. 

La forte attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, motiva altresì una sensibile flessione delle società di persone (-291 unità, -0,3%), la più ampia degli ultimi dieci anni. La riduzione delle ditte individuali (-85 unità) è invece la più contenuta degli ultimi quattro anni. Si rafforza poi l’andamento positivo di cooperative e consorzi (+0,4%). I segnali recenti – sottolinea lo studio di Unioncamere Emilia Romagna – indicano che gli effetti della crisi sembrano attenuarsi, come appare dalla riduzione della mortalità, e che dopo la recessione è ora possibile una ripresa, nonostante il ritardo con cui questa si manifesta sulla demografia delle imprese. Gli effetti strutturali economici e sociali permanenti derivanti della pressione senza precedenti subita dalla base imprenditoriale, potranno essere contenuti solo da una ampia e duratura ripresa.

In Trentino cresce del 4,4% il fatturato di alcune delle più significative realtà industriali della provincia nel 2014, pari a complessivi 4,66 miliardi di euro. Lo evidenzia l’annuale analisi dei dati di bilancio di società e gruppi industriali condotta in Trentino dalla Cgil. Il campione di riferimento si riferisce a 108 aziende della provincia di Trento, di cui 50 sono società metalmeccaniche, 14 chimiche, 9 tessili, 13 del settore alimentare, 10 del settore cartario-poligrafico, 12 gruppi o aziende di settori diversi. 

La crescita si è registrata in tutti i settori, escluso il metalmeccanico che ha segnato -0,4%. L’aumento è stato del 2,5% nel settore alimentare, del 2,5% nei gruppi e varie aziende, del 9,5% nel chimico, del 19,9% nel tessile, del 5,5% nel cartario. Risultano in utile 81 delle aziende del campione, mentre sono 27 quelle in perdita. Il margine operativo migliora nel tessile, nel cartario e nel metalmeccanico, stabile invece nell’alimentare e nel chimico. Complessivamente sono 22 le società con margine operativo negativo, mentre risulta positivo per 86 aziende. 

«Primi segnali positivi – ha commentato il segretario generale della Cgil locale, Franco Ianeselli – anche in virtù del fatto che il campione del 2013 aveva registrato un calo dell’1,5% rispetto all’anno precedente». Un segnale di ripresa confermato anche dai dati dell’occupazione relativi allo stesso periodo che indicano una crescita del 5% delle assunzioni. «E’ troppo poco per dire che la crisi è finita o che il Trentino ha portato a termine il percorso di ristrutturazione industriale», avverte Ianeselli sottolineando che «oggi sempre di più è l’azienda artefice del proprio successo e sempre meno lo è il singolo settore. Da questi dati si capisce anche come un territorio reagisce agli andamenti sovranazionali e il Trentino lo ha fatto con il segno più risulta fondamentale seguire tre filoni di strategia di crescita: politiche attive del lavoro, manifatturiero intelligente e incentivi alle imprese, ripartendo i compiti tra Governo e Provincia, in particolare lasciando alla fiscalità nazionale gli sgravi generalizzati e modulando, invece, a livello locale misure fiscali, che avvantaggino quelle realtà economiche che investono in innovazione, sostengono buone relazioni industriali e si impegnano sulla competitività».