Caner: «una stagione da record, ma il Veneto non è solo Venezia». Zaia: «Venezia va rispettata, ma non diventare una meta per soli ricchi»
L’estate 2015 si chiude con il botto per gli operatori turistici del Veneto: con un più 5,6% di arrivi e un 2,8% di presenze l’industria veneta delle vacanze ha registrato un tasso di crescita quasi doppio alla media nazionale.
Le stime sull’andamento degli arrivi nei primi otto mesi dell’anno li ha forniti l’assessore regionale al turismo Federico Caner, in occasione della XIV edizione di “Buy Veneto”, la borsa del turismo regionale promossa dalla Regione Veneto.
Alberghi e campeggi del Veneto (che rappresentano l’85% dell’offerta turistica) tra gennaio e agosto hanno registrato un aumento del 4,8% di presenze straniere e un più 7,2% di arrivi italiani. In forte ripresa la montagna, dopo alcune stagioni negative per andamento climatico, con un più 11,9% di arrivi. Molto bene anche il lago di Garda, dove gli arrivi sono aumentati del 13,3%. Ma anche il mare, con gli oltre cento chilometri di spiagge, ha visto crescere il flusso turistico con un più 9,6% di italiani e un più 5,8% di stranieri. Presenze in rialzo infine anche alle terme (più 7,1%) dopo un’annata particolarmente difficile.
Il fiore all’occhiello restano le città d’arte: Venezia è sempre in testa, con Padova e Verona sempre più attrattive, soprattutto nei confronti dei turisti stranieri. Anche la spesa pro capite dei turisti è in crescita: gli ospiti stranieri hanno speso in media 103,63 euro al giorno, più 5,7% rispetto al 2014.
«Il Veneto cresce in misura maggiore rispetto all’andamento del sistema Italia – ha commentato con soddisfazione l’assessore regionale al turismo Federico Caner – e si consolida terra di elezione per viaggi e vacanze dei turisti di lingua tedesca, svizzeri, e inglesi. A parte la flessione degli arrivi dalla Russia, a causa della crisi ucraina e dell’embargo, sono in crescita anche gli arrivi da Stati Uniti, Sud America e Paesi asiatici. Il Veneto ha un’offerta turistica composita e varia, che va diversificata e promossa. Il Veneto non è solo Venezia, ma è anche città d’arte, borghi murati, laghi, montagna, collina, santuari e luoghi della fede, circuiti cicloturistici, percorsi enogastronomici. Dobbiamo investire e fare sistema, perché il mondo impari a conoscere tutte le ricchezze della terra veneta».
Accanto all’assessore Caner anche il governatore del Veneto Luca Zaia, secondo il quale «con giornate che toccano anche le 150.000 presenze, l’overbooking, a Venezia, è un problema, per cui sono favorevole a contingentare gli arrivi attraverso una prenotazione: non lo trovo trascendentale, anche se deve essere rispettosa delle classi sociali, premiando chi si prenota prima e non chi ha il reddito più alto. Venezia non deve diventare una città per ricchi, ma deve essere garantita a tutti. Venezia va rispettata – ha aggiunto – ma non deve essere ingessata turisticamente. E poi investiamo sui giovani, perché questo, negli anni ci darà un ritorno pauroso».
Zaia ha allargato la riflessione sul turismo anche al settore delle crociere: «qualcuno sta lavorando per sfilarci le grandi navi, perché si fanno grandi riflessioni, ma nessuno parla del tema delle navi commerciali e delle petroliere: se vogliono sfilarci la crocieristica, ce lo dicano subito, anche perché siamo davanti ad una lite ministeriale tra Infrastrutture, Ambiente e Beni culturali. Non è un caso – ha aggiunto – l’uscita del ministro Franceschini, che, se fosse convinto di fare il bene di Venezia, avrebbe però parlato di tutte le grandi navi, visto che Porto Marghera non è in Texas. E gli altri ministeri interessati non hanno detto nulla perché avrebbero dovuto smentirlo». Per Zaia «sulla questione paghiamo lo scotto di una comunicazione devastata a livello internazionale. La verità è che tutti non vogliamo le grandi navi in canale della Giudecca e in bacino San Marco, ma la Laguna è molto grande: come entrano le super petroliere, perché non dovrebbero poterlo fare anche le navi da crociera, attraverso altri percorsi? La soluzione indicata dalla Regione è semplice: si risolva il problema, sentito il comune: tra canale dei petroli, Contorta o variante Brugnaro, scegliete voi, ma non dite che ci sono posizioni ostative da parte della Regione. La partita, a tutt’oggi, è in mano al Governo. E ci fa ridere sentire certe critiche da parte di un Governo che autorizza le trivellazioni».
Quanto alle strategie del settore turistico, Zaia ha detto che «in Veneto abbiamo un limite: un’offerta turistica troppo differenziata, che non è facile promozionare. Un altro tema è la necessità di incrementare ulteriormente gli investimenti nei Paesi che si affacciano al turismo. E, per il futuro, dobbiamo abbandonare l’esposizione classica nelle fiere, puntando invece sulla rete, sui social e sull’educational per far combinare domanda e offerta. Perché, nonostante i dibattiti su “b&b” e unità abitative, abbiamo un potenziale di espansione unico e dobbiamo continuare a crescere. E non è quindi pensabile un’offerta turistica senza extralberghiero». Zaia ha quindi puntato sul tema dell’identificazione: «il territorio deve avere sempre più un suo marchio e dobbiamo quindi avere una diffusione capillare del leone con la stella colorata in un territorio in cui mancano le grandi catene alberghiere e i grandi tour operator, avendo invece moltissime piccole e medie imprese». Il presidente ha quindi chiesto al Governo una «fondamentale attenzione per Venezia e per il Veneto, prima regione turistica in Italia, con 63 milioni di presenze, con il turismo che è prima industria regionale con 17 miliardi di fatturato. E ci vogliono quindi investimenti in viabilità, servizi, ecosistema e salvaguardia della città storica. Il sistema aeroportuale Venezia-Treviso – ha concluso al riguardo – è il terzo italiano. E l’alta velocità è un altro tema importante, anche se non è pensabile portare i servizi all’ultimo miglio».