Curto: «un artigiano veneto su tre denuncia un peggioramento tra privati. Di leggi ce ne sono anche troppe. I committenti applichino al più presto il Codice Italiano Pagamenti Responsabili»
Si deteriorano, nella prima metà del 2015, i pagamenti tra imprese. In base alla rilevazione semestrale dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto che intervista oltre 1.200 aziende in regione, ben un impresa artigiana veneta su tre (32,7%) denuncia tra il II semestre 2014 ed il I 2015 un peggioramento nei tempi in cui riescono a recuperare i crediti nei confronti dei loro clienti privati.
E cala di molto, rispetto alla rilevazione precedente, la percentuale di quanti sostengono una diminuzione dei tempi di incasso, passando dal 9 al 4,7%. Stabile invece la percentuale (54,6%) di chi sostiene che tali tempi sono rimasti invariati. In sostanza, rispetto al II sem del 2014, i tempi di pagamento o sono rimasti invariati o sono aumentati.
A soffrire di più è il macrosettore dell’edilizia in cui quasi il 40% delle aziende denuncia un aumento dei tempi di pagamento mentre i servizi (alla persona ed alle imprese) per il 60,5% dei casi hanno dichiarato pagamenti invariati e una percentuale maggiore di riduzione 5,7%.
«Da oltre 20 anni, combattiamo con la committenza una battaglia economica e di principio: quella di farci pagare per tempo. Questo il vero problema dell’Italia – dichiara Luigi Curto, presidente regionale veneto di Confartigianato -. E non è tanto una questione di leggi, ne abbiamo fin troppe, ma farle applicare! Ultimo esempio in ordine di tempo il Decreto legislativo in materiale (n. 192/2012) fatto su pressione della UE ed in vigore da gennaio 2013, che fisserebbe (il condizionale è d’obbligo) il termine di 30 giorni per i pagamenti nelle transazioni commerciali. Un problema drammatico che vale – solo per gli imprenditori artigiani veneti del manifatturiero – 300 milioni di mancati pagamenti. A quasi due anni dalla sua entrata in vigore purtroppo – prosegue Curto -, dimostra tutti i suoi limiti che rasentano il totale flop. Stessa sorte della sua eccellente antenata (che incredibile ma vero riporta lo stesso numero) legge 192/98 di regolamentazione della subfornitura. Una delle norme italiane più disattese della storia. Una buona notizia arriva però da Confindustria che ha fatto propria l’iniziativa del Codice italiano Pagamenti Responsabili (CPR), concepita e avviata da Assolombarda. Chissà che non si inizi proprio dai grandi committenti ad avere in questo Paese ed in Veneto una maggiore etica nel pagare».
Scendendo all’analisi di quanti sono i giorni medi necessari per incassare, dalla rilevazione di Confartigianato Imprese Veneto risulta palese come, a parte i servizi che per loro natura prevedono anche il pagamento contestuale alla erogazione e quindi hanno il 28,2% di aziende che dichiarano meno di 30 giorni, edili e manifatturiero hanno rispettivamente il 7,8% e l’11,2%. Purtroppo, dopo due anni dalla entrata in vigore del Decreto legislativo in materiale di pagamenti, oltre il 38% di edilizia e manifatturiero artigiani veneti devono ancora accettare pagamenti superiori ai 120 giorni. Per quanto riguarda la riscossione dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione, invece, le percentuali sono le stesse della precedente rilevazione, con lievi scostamenti. Quasi il 36% delle aziende impiega oltre 90 giorni per incassare le fatture emesse nei confronti di un cliente privato, e tale percentuale arriva al 58% quando il cliente è il comparto pubblico. I pagamenti entro i tempi raccomandati dalle leggi e/o direttive europee riguardano il 14,4% della clientela privata e appena il 3,4% di quella pubblica.
Per quanto riguarda la pubblica amministrazione (considerando il totale delle sole aziende che hanno come clienti il pubblico), sembra essersi esaurito anche l’effetto forse indotto dal provvedimento sullo sblocco parziale dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione. Il 7,7% delle imprese ha infatti denunciato un peggioramento nei tempi.