Zaia: «il merito è solo dei nostri imprenditori»
Secondo i dati resi noti dall’Istat, nel secondo trimestre del 2015, il tasso di disoccupazione per il Veneto è sceso a 6,6%, rispetto al 7,4% del trimestre precedente, mentre il tasso di occupazione sale dal 62,9% al 64,1%. Il Veneto (a parte il Trentino Alto Adige che fa storia a sé essendo regione a statuto speciale) è la regione italiana che fa registrare il tasso di disoccupazione più basso.
Anche a livello nazionale il tasso di disoccupazione scende, attestandosi però al 12,1% che è quasi il doppio di quello del Veneto, mentre il tasso di occupazione sale al 56,3%.
Per quanto riguarda gli interventi a sostegno del reddito, nel mese di agosto sono state concesse in Veneto 3,6 milioni di ore di cassa integrazioni guadagni (Cig), in aumento rispetto al mese precedente (+39%), ma il confronto tendenziale mette in evidenza una significativa diminuzione: tra aprile e agosto del 2015 le ore di Cig autorizzate sono diminuite del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per quanto riguarda la distribuzione provinciale, in provincia di Vicenza sono state concesse il maggior numero di ore (800.000), a seguire Padova (793.000), Verona (632.000), Treviso (479.000), Belluno (387.000), Venezia (272.000) e Rovigo (210.000).
«In Veneto la situazione del mercato del lavoro è sensibilmente migliore che nel resto d’Italia. Ciò significa che il nostro territorio ha mostrato tutta la sua capacità di resistere e la voglia di superare una crisi che il governo non ha certo aiutato ad affrontare. E la riprova viene dalla situazione del resto d’Italia» ha commentato con legittima sodisfazione il governatore del Veneto, Luca Zaia. «Questo timido accenno di ripresa – aggiunge Zaia – è merito solo dei nostri imprenditori che si spaccano la schiena per restare competitivi sui mercati con prodotti di riconosciuta qualità. Le politiche regionali sono un sostegno in questa direzione e per l’accesso al credito, ma se il governo vuole veramente favorire la ripresa ci deve dare la possibilità di applicare fiscalità di vantaggio, deve abbassare sul serio la pressione fiscale, deve introdurre concretamente i costi standard e non limitarsi a fare annunci, deve dare un taglio netto alla burocrazia e agli adempimenti richiesti alle aziende».
«Bene quindi il calo dei disoccupati – conclude Zaia – anche se il loro numero, 145.000, è ancora drammatico. Problema nel problema è l’elevata presenza fra questi di stranieri disoccupati, a cui va ad aggiungersi il continuo arrivo di ulteriori flussi senza controlli, senza competenze e senza alcuna prospettiva di lavoro. Anche sui flussi in ingresso il governo dovrebbe darsi una regolata per non mettere a rischio una ripresa che sta muovendo solo ora i primi, incerti passi. Solo con un Veneto che traina l’economia, insieme a poche altre regioni, l’Italia può uscire dalla crisi».