Serracchiani: «siamo una piccola realtà, ma all’avanguardia». Tonon: «strategico il rafforzamento della collaborazione esistente con le industrie americane»
Il 2015 sta facendo segnare una significativa crescita dell’export del Friuli Venezia Giulia verso gli Stati Uniti. Secondo i dati forniti dal presidente di Confindustria Udine, Matteo Tonon, nel corso della missione economico-istituzionale del Friuli Venezia Giulia in svolgmento negli Usa, la crescita supera il 9% nella provincia di Udine «ma è un numero che si va a replicare anche nel resto della regione».
«Il Friuli Venezia Giulia porta negli Stati Uniti la sua capacità di saper fare – ha commentato la presidente della Regione Debora Serracchiani -. La qualità è importante e già la conoscono negli Usa ma vogliamo conquistare nuovi spazi: in questo senso ricerca e innovazione sono settori in cui possiamo dire la nostra. Possiamo vantare rapporti già buoni, li abbiamo consolidati e rilanciati, scoprendo l’opportunità di aprire nuove prospettive e iniziative». La missione ha due obiettivi fondamentali, ha aggiunto la presidente: «da un lato accompagnare le imprese della regione in settori delicati, come ad esempio l’agroalimentare, per i quali il mercato americano è tra i più importanti, dall’altro per presentare il nostro sistema della ricerca in tutta la sua forza».
Due i fattori principali alla base della crescita delle esportazione verso gli Stati Uniti, secondo il presidente degli industriali friulani: «da una parte c’è un cambio euro-dollaro favorevole; dall’altra una condizione generale del mercato americano che sa esprimere elementi di crescita di nuovi ordinativi per consumi e investimenti che intercettano le nostre produzioni». Metalmeccanico, alimentare e arredamento i settori più interessati a questo fenomeno. «Sono segnali che vanno consolidati – ha spiegato Tonon – in quanto i cali che vediamo in altri mercati strategici, come ad esempio quello russo, sono ampiamente coperti da questi dati positivi. Ed è proprio questo il senso di questa missione istituzionale che va a rafforzare lo spirito di cooperazione che da tanti anni è radicato fortemente per le nostre industrie negli Stati Uniti».
«Il Friuli Venezia Giulia è regione dalle piccole dimensioni ma dal grande potenziale in un’Europa il cui futuro è strettamente connesso al suo potere di innovare; un processo che è parte attiva della strategia “Europe 2020” per una crescita sostenibile, inclusiva e smart» ha detto Serracchiani durante un incontro a New York dedicato al cluster dell’Innovazione e della Ricerca del Friuli Venezia Giulia. Il cluster è stato presentato nella sede della Accademia italiana di Studi avanzati, presso la Columbia University, dove la delegazione regionale ha avuto un colloquio con i vertici dell’istituzione e con rappresentanti di simili realtà statunitensi, confrontando esperienze e “best practices” ed esaminando opportunità di collaborazione. “The Italian Academy for Advanced Studies in America” è stata creata nel 1991 grazie a un accordo tra il Presidente della Repubblica Italiana e il presidente della Columbia University per farne centro di ricerca avanzata a vocazione internazionale sui temi della cultura e della scienza.
“Open Innovation System Fvg”, iniziativa finanziata dalla Regione che integra i principali attori dei processi di ricerca e innovazione per farne motore di crescita basata sulla conoscenza, è stato presentato durante l’evento presso l’Accademia italiana di Studi avanzati alla Columbia University. Stephen Taylor, responsabile comunicazione, marketing e sviluppo mercato di Area Science Park di Trieste, ha spiegato che «si tratta di un sistema a vocazione internazionale, nel quale operano eccellenze quali Elettra Sincrotrone Trieste e Icgeb, che già interagisce con realtà di spicco della scienza e della tecnologia statunitensi». Durante l’incontro, a cui hanno partecipato tra gli altri anche Alberto Morgante, direttore dell’Istituto Cnr-Iom dell’Area Science Park e Alberto Felice De Toni, rettore dell’Università di Udine, sono stati presentati anche alcuni dei programmi di mobilità in entrata e in uscita di ricercatori tra Italia e Stati Uniti. Morgante ha parlato della nuova iniziativa Open Lab, dedicata ai materiali innovativi, progetto di carattere multidisciplinare adatto a progetti industriali basati su conoscenze fisiche, chimiche, di scienze della vita e di materiali avanzati.