Lavori basati sull’esperienza dell’impianto di Rimini. Vito: «un intervento importante di risanamento ambientale»
Presentati a Trieste i lavori di potenziamento del depuratore triestino di Servola sull’esempio di quello di Santa Giustina a Rimini all’insegna di un gemellaggio ambientale a difesa del mare Adriatico. L’intervento di risanamento fognario del Piano di Salvaguardia della Balneazione riminese, il più grande ad oggi in atto in Italia, arriva in Friuli Venezia Giulia, facendo scuola per l’adeguamento del depuratore di Servola che entra nel vivo in questi giorni.
L’avvio dei lavori di realizzazione del terzo stralcio del nuovo depuratore è stato presentato dall’assessore all’ambiente della Regione Friuli Venezia Giulia Sara Vito, dal sindaco di Trieste Roberto Cosolini, dall’assessore all’ambiente della provincia di Trieste Vittorio Zollia e dall’amministratore delegato di Hera Stefano Venier.
Il nuovo depuratore di Servola (190.000 abitanti equivalenti serviti) sarà “intelligente”, in grado cioè di ascoltare il mare e regolare la propria attività in base ai bisogni espressi dall’Adriatico. L’importante risultato è frutto dell’intensa collaborazione degli ultimi mesi fra AcegasApsAmga (società del Gruppo Hera), Regione Friuli Venezia Giulia, amministrazioni comunali, provinciale e Autorità portuale, che ha consentito di superare numerosi passaggi di natura burocratica e di pervenire all’aggiudicazione dei lavori.
Il progetto prevede l’introduzione di una tecnologia innovativa che consentirà di bilanciare l’intensità di trattamento delle acque in base allo stato dell’Adriatico. Verrà attivato in collaborazione con l’Osservatorio geofisico sperimentale un monitoraggio costante della quantità di sostanze nutrienti presenti in mare: in base ai risultati e, dunque, ai bisogni espressi in un determinato momento dal mare, le autorità di controllo potranno determinare l’intensità dell’abbattimento di nutrienti, garantendo sempre il perfetto equilibrio dell’ecosistema marino del Golfo di Trieste. L’entrata in funzione è prevista per gennaio 2017, con conseguente arresto della procedura d’infrazione comunitaria a cui l’Italia è sottoposta sin dal 2008, per oltre un centinaio di impianti tra cui quello triestino. I lavori proseguiranno poi ancora per un anno, fino alla definitiva conclusione entro il 2018.
Questo nuovo passo avanti nel NordEst si inserisce all’interno del più ampio impegno della multiutility a favore del Nord Adriatico, su cui si affacciano molti dei territori in cui è attivo il Gruppo. Si tratta di un rilevante piano ambientale, che oltre a quello su Rimini vede interventi anche su Padova e che sta muovendo quasi 230 milioni di euro d’investimenti.
A Rimini il piano messo in atto da Comune, Hera, Romagna Acque e Amir prevede investimenti per 154 milioni di euro e sta procedendo a pieno regime dalla seconda metà del 2013: sono già stati avviati lavori per circa la metà degli investimenti totali previsti. Un progetto colossale con 130 persone al lavoro ogni giorno per garantire il pieno rispetto dei tempi degli interventi che, nel 2020, consentiranno di eliminare gli scarichi a mare (dimezzandoli già dall’anno prossimo) e di contare su 130.000 metri cubi di nuovi volumi di accumulo, 45 km di nuove condotte fognarie per depurare 148.000 metri cubi di acque al giorno. Nell’ambito di questo progetto è stato recentemente inaugurato il nuovo depuratore di Santa Giustina, a servizio della città, che è così diventato il più grande d’Europa con la tecnologia di ultrafiltrazione a membrane. Si tratta di una struttura altamente innovativa e all’avanguardia che è ora è in grado di servire 560.000 abitanti equivalenti. A breve per Rimini partirà un ulteriore intervento di 30 milioni, consistente nella realizzazione di una vasca di laminazione e una di raccolta acque prima pioggia nel cuore della città, con un positivo impatto anche sull’arredo urbano.
I lavori per il depuratore di Servola, per per il quale è stato firmato a marzo un apposito accordo di programma tra la Regione, il dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica (del Mise) e il ministero dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del mare, prevede un investimento complessivo di 52,5 milioni di euro (di cui 8 milioni già impiegati per la bonifica del sito ex Scalo legnami) e porterà all’attivazione del nuovo impianto a gennaio del 2017, mentre il completamento dell’opera è previsto per il 2018.
«Si tratta di un intervento che ha risvolti positivi sotto ogni punto di vista – ha affermato l’assessore Vito -. Il tema ambientale è prioritario e porterà Trieste all’avanguardia e nel pieno rispetto dei dettami dell’Unione europa. Ma è anche la dimostrazione che investire sull’ambiente significa favorire lo sviluppo economico e il rilancio dell’occupazione».
Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco Cosolini, «per un risultato tutt’altro che scontato e per lo sforzo congiunto che è stato messo in atto. Il nuovo depuratore consente di fare un salto di qualità sul piano ambientale, con ricadute positive anche sull’economia; il tutto in tempi certi». L’assessore provinciale Zollia ha sottolineato «la capacità di unire la realizzazione del nuovo impianto all’opera di bonifica, grazie alla collaborazione tra enti pubblici e privati».