Veneto, sequestro di Prosecco taroccato con vini di scarsa qualità

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spumante Calice prosecco
 
I Nas procedono al blocco preventivo di ingenti quantitativi di vino in attesa delle analisi anti frodi. Cautela di Zaia e del Consorzio di tutela

 

spumante Calice proseccoFa troppo gola l’oro liquido delle vigne trevigiane, e così i Nas dei Carabinieri sono andati alla caccia dei “furbetti” del Prosecco. E i numeri che hanno scoperto nei registri di carico e scarico delle uve di alcune aziende non quadravano affatto. 

I sequestri di spumante Docg “taroccato” sono per ora preventivi. Ma se fossero suffragati dai risultati delle analisi dell’Ispettorato anti-frodi di Conegliano faranno sparire dal mercato molti ettolitri di finto Prosecco. Un marchio troppo apprezzato nel mondo, punta di diamante del “Made in Italy”, per rischiare di annacquarlo con vini meno nobili. Già bastano e avanzano per danneggiare la filiera le grossolane imitazioni del “Kressecco” e “Meer-Secco” scoperte in Germania, o il Prosecco “alla spina” che il ministero dell’agricoltura è riuscito a stoppare nel Regno Unito. 

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, primo testimonial del Prosecco, invita alla cautela: «siamo ancora nell’ambito dei controlli annuali sulla congruità delle denunce – dice – Se ci saranno casi particolari saranno direttamente i carabinieri a dare informazioni più dettagliate». E anche il Consorzio di tutela del Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Superiore docg mette le mani avanti: «i controlli hanno riguardato aziende e prodotti delle province di Treviso, Belluno e Venezia, non specificatamente l’area Docg di Conegliano Valdobbiadene, né nessuna altra denominazione». Il Consorzio aggiunge che si tratta «solo di prodotti detenuti in cantina», e che le ipotesi sono quelle di «illeciti amministrativi, non penali». In sostanza non si parla per ora di frode, ma di aggiramento del disciplinare. I maggiori quantitativi di vino sono stati sequestrati dal Nas nelle cisterne di una ventina di cantine del Trevigiano. Se risulterà prodotto con uve diverse, meno nobili da quelle del disciplinare Prosecco, il vino a cui sono stati messi i sigilli è destinato alla declassazione, ma anche alla distruzione. L’Ispettorato di Conegliano ha precisato che, anche in presenza uve di qualità inferiore, non viene messa in discussione la qualità del vino, e non c’è alcun pericolo per i consumatori. Allo stesso modo, «le bottiglie uscite sul mercato, con il sigillo e contrassegno, sono tutte in linea con quanto prescrive il disciplinare». 

L’operazione ha riguardato molte altre tipologie di vini oltre al Prosecco, e si inserisce nei periodici controlli svolti dai Nas a fine vendemmia, per trovare eventuali anomalie tra le quantità delle uve e quelle del prodotto di origine controllata destinato al commercio. Si profilano pesanti multe per le cantine che hanno disatteso le indicazioni comunitarie sui marchio Doc, Docg e Igt. «Come avviene in ogni situazione, c’è chi si attiene alle regole e chi no», osservano dall’Ispettorato anti-frodi. Nel mirino c’era la vendemmia 2015, che in molte aree non è ancora conclusa, e quindi diverse aziende devono ancora completare la documentazione richiesta.

Fare presto chiarezza sui sequestri di finto Prosecco in Veneto è quanto auspica Coldiretti relativamente ai controlli dei Nas. Sulla base dei dati Istat relativi al primo semestre 2015, Coldiretti rileva che si è registrato un «record storico per il prosecco all’estero, con un aumento del 20% nelle bottiglie di spumante italiano spedite all’estero». Il prosecco, prosegue la Confederazione nazionale dei coltivatori diretti, «è in testa alla classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo, ma è anche l’artefice del sorpasso dello spumante italiano su quello francese all’estero recentemente evidenziato anche dal Financial Times». Tra i mercati più dinamici, prosegue la nota, ci sono Gran Bretagna (più 57%) e Stati Uniti (più 47%). Il 2015, conclude la nota, promette di essere «un’annata da record sul piano produttivo, con una stima di 485 milioni di bottiglie di Prosecco, il triplo rispetto a 6 anni fa e con una qualità considerata ottima per l’andamento climatico favorevole».