Evento che fino ad aprile 2016 unisce Asolo, Possagno e Crespano del Grappa. Corazzari: «un evento di elevatissima rilevanza culturale per il Veneto»
Tre comuni, due fondazioni e due musei uniti nel nome di Canova, nell’esaltazione della “bellezza”, nella promozione e valorizzazione di un territorio, la Pedemontana trevigiana, di grande fascino e di invidiabili risorse culturali, artistiche e paesaggistiche. Questo insieme di elementi riassume il significato del progetto “Venere nelle terre di Antonio Canova”, presentato a Venezia, nella sede della Giunta veneta di Palazzo Balbi, una iniziativa non solo di carattere espositivo che si svolgerà nei comuni di Asolo, Crespano del Grappa e Possagno dal 26 settembre2015 al 24 aprile 2016.
«Il valore aggiunto di questo evento – ha sottolineato l’assessore veneto alla cultura, Cristiano Corazzari, aprendo la presentazione – è dato dalla capacità dimostrata dai diversi protagonisti del progetto di saper fare squadra: come Regione consideriamo strategico questo aspetto del mettere assieme le diverse risorse presenti nei territori e di ricercare forme di cooperazione e sinergia tra enti locali e istituzioni culturali. Per questo, oltre che per lo spessore culturale, abbiamo ritenuto opportuno sostenere anche economicamente un’iniziativa che, nel segno di Venere e del Canova, nei prossimi mesi favorirà l’interesse di appassionati e visitatori per questo splendido angolo della Marca gioiosa et amorosa».
La presidente della Fondazione Canova, Franca Coin, ha a sua volta evidenziato la ricchezza rappresentata dalla molteplicità dei soggetti attuatori del progetto, a cui ha aderito anche la “Venice International Foundation”, che dal 1996 svolge un ruolo prezioso di sostegno alle azioni di tutela di Venezia e dell’opera dei geni artistici del suo territorio, come Antonio Canova.
Il direttore della Casa Museo Canova di Possagno, Mario Guderzo, ha illustrato più in dettaglio i diversi aspetti dell’iniziativa, «alla quale – ha precisato – stiamo lavorando da due anni, che consentirà di approfondire la figura del Canova come uomo e come artista», partendo dalle bellissime sculture di Venere, compreso il capolavoro in prestito dal Museo britannico di Leeds, per declinare, quindi, la bellezza nelle sue diverse sfaccettature e manifestazioni.
Gli spazi espositivi, come hanno spiegato i sindaci di Asolo, Mauro Migliorini, di Possagno, Gianni De Paoli e di Crespano del Grappa, Annalisa Rampin, saranno quelli del Museo Civico di Asolo e della Casa e Gipsoteca di Possagno, mentre a Crespano del Grappa è stata affidata la realizzazione di manifestazioni quali concerti, conferenze, lezioni, ecc.
La “Marca gioiosa et amorosa” ritrova la sua musa di sempre, la bella Venere. Da settembre alla prossima Pasqua, la celebre Venere canoviana di Leeds è ospite in quella che è certo la sua terra di elezione, il suo naturale Olimpo, nel cuore di un territorio, il Trevigiano, che da secoli è riconosciuto come il luogo privilegiato del bel vivere e dell’amore.
Sarà ospitata nella Casa-Museo del suo creatore, Antonio Canova.
«Per l’occasione – evidenzia Franca Coin – abbiamo voluto che tutte le sedi che in questa magnifica terra possono vantare nuclei rilevanti di opere dello Scultore, si “vestissero a festa”, unendosi a creare un itinerario d’arte che non potrà che affascinare i visitatori. Sia per le opere che vi sono proposte, sia per i luoghi che ospitano le tre ideali sezioni di questo percorso d’arte: Asolo, Possagno e Crespano del Grappa. Tre piccole città-gioiello dalla magica bellezza, inserite in un ambiente, le Colline dell’Asolano e le prime propaggini del massiccio del Monte Grappa, di un fascino ed una bellezza a volte struggenti».
Asolo, la carducciana “città dai cento orizzonti” è terra di almeno tre donne straordinarie: Caterina Cornaro, Regina di Cipro che qui tenne una delle più raffinate Corti rinascimentali, Eleonora Duse, la “Divina” amata da d’Annunzio, e Freya Stark, esploratrice e scrittrice inglese che qui tornava dopo ogni viaggio. Nel Museo Civico della città, tra le altre meraviglie, una importate sequenza di opere di Canova, per l’occasione implementata con importanti prestiti.
Sul versante collinare opposto, Crespano del Grappa, dove con l’elegante centro storico si possono ammirare le opere del Mastro conservate in Palazzo Reale. Non ha nulla a che vedere con Canova eppure qui merita una visita il colossale Ossario di Cima Grappa, testimonianza di ciò che comportò la cosiddetta “Grande Guerra”.
in mezzo, Possagno, patria del Canova e custode, nel Tempio da lui voluto, del suo corpo mortale. Il suo atelier, la sua casa, le sue creazioni, persino il suo cuore, sono custodite nella Casa Museo e Gipsoteca, dove appunto viene accolta la Venere di Leeds.
Il celebre marmo rende ancora più intenso l’effetto che una passeggiata tra le creazioni di Canova custodite in Gispoteca provoca tra i visitatori. Un sempre effetto potentissimo, potentemente afrodisiaco per molti, persino eccessivo per alcuni, con casi di svenimento e capogiri. E’ in questo contesto unico al mondo per paesaggio, architettura, arte, gusto e piacere del vivere, che torna la bella Venere. Questo stupendo esemplare arriva dalla Gran Bretagna, dal Museo d Leeds di cui è l’effige. E’ una rappresentazione di una Venere “pudica”, maliziosamente sorpresa dall’osservare all’uscita da una fonte, che nasconde (o forse solo sottolinea) le se grazie dietro ad un telo. La Venere di Canova è una giovane donna, vera, sensuale, vibrante, non un freddo Mito ma una bellezza naturale, che – per dirla con Ugo Foscolo – “lusinga il paradiso in questa valle di lacrime”.
Chi la osserva, uomo o donna che sia, non può che ammirare la sua pelle di seta, il piccolo impertinente seno, il morbido andamento di schiena e sedere. Diventa uno sforzo non lascarsi andare ad una furtiva carezza, impulso che lo stesso Foscolo non seppe trattenere, traendone una grande gioia. Qui il Mito si fa carne e diventa occasione di sogni e di desideri.
Intorno al favoloso marmo di Leds, Mario Guderzo, direttore del Museo Gipsoteca, ha creato una vera e propria mostra-percorso, proponendo le molte testimonianze che Antonio Canova ha lasciato intorno al tema di Venere e, più in generale, del nudo femminile.
«Il tema della bellezza è connaturato al Canova – afferma Guderzo -. Mai nulla di volgare nei suoi corpi, si tratti di giovani donne o di giovani corpi maschili, ritratti con eguale passione. Canova amava la bellezza e la trasponeva nelle forme perfette, ma vere, dei suoi nudi».