Governo Renzi, tagli di tasse ma non per tutti

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Limati alle famiglie con bassi redditi 7 miliardi di euro e poco più di 8 alle imprese. Ma, secondo la Cgia, ancora troppi contribuenti, ad iniziare dai lavoratori autonomi, non hanno ancora ricevuto alcun beneficio fiscale

 

dichiarazione redditi 730 tasseCon il Governo Renzi, la tassazione sulle famiglie e sulle imprese è aumentata o diminuita? Per dare una risposta a questa domanda, l’Ufficio studi della CGIA ha analizzato tutti i provvedimenti normativi che recano interventi di riduzione o di inasprimento delle tasse e dei contributi fiscali approvati da Renzi nel suo primo anno e mezzo di governo.

Secondo la Cgia di Mestre, Renzi ha effettuato sì tagli fiscali sulle famiglie (7,1 miliardi) che sulle imprese (8,3 miliardi di euro), ma non per tutti. Ci sono ancora larghissime fasce di contribuenti che sono rimasti a bocca asciutta e a portafoglio sempre più vuoto.

L’Ufficio studi della CGIA ha sommato tutti gli sgravi fiscali concessi, sottraendo gli incrementi di imposta introdotti sempre dal Premier in questi primi 19 mesi di governo.

Una buona parte delle  famiglie, ad esempio, ha beneficiato  della detrazione degli 80 euro (pari a una spesa complessiva per le casse dello Stato di 9,5 miliardi di euro), della concessione del bonus bebè (1,2 miliardi di euro), delle deduzioni Irpef per la locazione delle nuove abitazioni (39,5 milioni di euro), della riduzione della cedolare secca per le locazioni a canone concordato (33,8 milioni) e delle detrazioni fiscali per gli inquilini degli alloggi sociali (31,8 milioni di euro). Per contro, è aumentata la tassazione delle rendite finanziarie (2,6 miliardi di euro), l’Imu sui terreni montani (268,7 milioni) il peso del fisco sui fondi pensione (260 milioni di euro), sui capitali percepiti sulle assicurazioni vita (150 milioni), e sul Tfr (140 milioni). Il saldo finale, comunque, è molto positivo: complessivamente le famiglie nella loro totalità possono beneficiare di un taglio delle tasse pari a 7,1 miliardi di euro.

Le imprese possono contare su un taglio dell’Irap (4,3 miliardi di euro), sugli sgravi contributivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato previste per quest’anno (3,9 miliardi), sulla riduzione del diritto annuale delle Camere di commercio (400 milioni), sulla “patent box” (170 milioni) e sul credito di imposta Irap per le imprese senza dipendenti (163 milioni di euro). Diversamente, hanno dovuto rinunciare allo sgravio contributivo del 50% per l’assunzione di un disoccupato da oltre 24 mesi (870 milioni di euro), la riduzione delle agevolazioni per le produzioni/cessioni di energia prodotta da fonti rinnovabili agroforestali (45 milioni di euro) e il taglio del 20% delle deduzioni forfetarie in capo agli autotrasportatori (39 milioni di euro). Nel complesso, le imprese hanno fruito di una riduzione del carico fiscale di 8,3 miliardi di euro.

Secondo il coordinatore della Cgia Paolo Zabeo «i dati vanno letti attentamente e non includono gli effetti che alcune misure hanno avuto sulla tassazione a livello locale. Il taglio degli 80 euro è andato alle famiglie meno abbienti, il bonus bebè a quelle più giovani, mentre il cosiddetto ceto medio è stato penalizzato dal forte aumento registrato dalla tassazione sulle rendite finanziarie. Gli sgravi Irap alle imprese, invece, hanno premiato quelle con dipendenti e la decontribuzione totale Inps è andata solo a quelle che hanno assunto. I lavoratori autonomi che lavorano da soli, che costituiscono oltre il 70% degli artigiani e dei commercianti, l’effetto Renzi non l’hanno avvertito, mentre gli autotrasportatori si sono visti aumentare il carico fiscale di ben 39 milioni di euro a seguito della riduzione delle deduzioni forfetarie imposta dal Governo».