Il futuro della rete ferroviaria del NordEst al convegno Forum ferroviario internazionale Italia-Balcani

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Serracchiani: «puntiamo a ridurre ad un’ora il viaggio tra Trieste e Venezia»

 

michele elia AD FS serracchianiForumFerroviario forum ferroviario italia balcani triesteIl potenziamento e lo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie che collegano l’Italia all’area balcanica, come tassello fondamentale per la crescita economica e l’integrazione dei trasporti in Europa è stato il tema del “Forum ferroviario internazionale Italia – Balcani”, svolto a Trieste al Palazzo dei Congressi e organizzato da FS Italiane, CIFI – Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, Anie/Assifer – Associazione Industrie Ferroviarie e Aniaf – Associazione Nazionale Imprese Armamento Ferroviario. 

Il convegno ha visto una prima parte dedicata all’esposizione da parte dei rappresentanti delle varie società ferroviarie dei loro programmi di sviluppo ed una seconda parte in cui i rappresentanti dell’industria italiana attiva nelle diverse tecnologie dell’infrastruttura potranno illustrare le loro attività e quindi la disponibilità a supportare le società ferroviarie nelle azioni di rinnovamento e potenziamento della rete. Nel corso del Forum sono stati esaminati il prolungamento della rete TEN-T, la realizzazione dei corridoi di trasporto paneuropei, la necessità di promuovere le attività intermodali e complementari dei modi di trasporto. 

«Stiamo lavorando allo studio di fattibilità» per la velocizzazione della linea ferroviaria Trieste-Venezia «in modo da poterlo completare entro fine anno, presentarlo agli enti locali e condividerne la progettualità» ha detto l’amministratore delegato di Fs, Mario Michele Elia, a margine dell’inaugurazione del “Forum”. «Stiamo già lavorando in termini tecnologici sulla linea, in modo tale da aumentarne la velocità in quei tratti dove l’infrastruttura lo consente. Nel progetto stiamo verificando la possibilità di deviare la linea, in modo tale da avvicinarci il più possibile all’aeroporto. Il modello è quello di Cagliari Elmas, dove si arriva nel punto più vicino allo scalo, poi da lì c’è un tapis roulant, un collegamento pedonale o uno shuttle, dipende dalla distanza, ma credo che potremmo stare al di sotto i 500 metri dalla fermata». 

Quanto al futuro di FS, Elia ha aggiunto che «credo che i privati portino una ventata nuova, contribuiscono allo Stato perché fanno cassa, danno stimoli ai ferrovieri, portano un vantaggio ai viaggiatori e a chi chiede il trasporto delle merci. Quindi non sono contrario al loro ingresso purché si mantenga la maggioranza» in Ferrovie. Per Elia «le Ferrovie sono pubbliche e che il proprietario è il ministero delle Finanze e il servizio che svolgiamo è effettuato da Trenitalia per contratti e a mercato. E’ una società che voi dovete considerare alla stregua di Ntv o di Rail Traction e allora pur essendo dello Stato, Ferrovie ha compiti e responsabilità di un’azienda privata», ha concluso. 

Nel suo intervento al “Forum”, la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani è intervenuta sulla velocizzazione della linea ferroviaria Trieste-Venezia sostenendo che «ho già avuto un incontro con l’amministratore delegato delle Ferrovie, che ha confermato gli impegni già assunti in termini economici e di studio. Entro l’anno sarà pronto lo studio di fattibilità. Sono già stati aperti e chiusi numerosi cantieri nel nodo di Udine. Siamo perfettamente in linea con gli impegni che ci eravamo presi – ha aggiunto -. Che un “Forum” così importante si tenga a Trieste è un riconoscimento per la regione che ci rende molto orgogliosi. Il Friuli Venezia Giulia è impegnato a recuperare una centralità che serve non solo alla regione ma anche all’Europa e all’area balcanica. Le prospettive sono importanti», vanno fatti investimenti per l’ammodernamento delle infrastrutture di trasporto, ma è arrivato il tempo di «impegnarsi al miglioramento dell’esistente piuttosto che su grandi progetti alternativi», e dunque «di fare le cose possibili e non quelle difficili da realizzare» ha proseguito Serracchiani secondo cui è «importante sia per il Paese che per i Balcani la scelta europea di partire dai porti nel delineare meglio i grandi Corridoi, un contesto in cui l’Italia ha deciso di concretizzare i suoi obiettivi proprio intorno ai Corridoi, contestualmente provvedendo a una riforma del sistema portuale». Parallelamente sono da sottolineare gli indirizzi europei, «prontamente raccolti dall’Italia, di mettere insieme e far funzionare meglio quello che già abbiamo prima di pensare a nuovi investimenti».

Per le linee ferroviarie ad alta velocità, in particolare per i Balcani, «oggi è l’occasione di promuovere la cultura dell’interoperabilità e proporre un modello che l’Italia ha progettato e che in Italia funziona» ha detto l’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi), Maurizio Gentile, intervenendo al “Forum ferroviario Italia-Balcani”. «Il collegamento con i Balcani e lo sviluppo delle ferrovie – ha sottolineato Gentile – rientra in un progetto di adeguamento del Corridoio Mediterraneo e richiede il requisito che le infrastrutture siano interoperabili, cioè che siano dotate della stessa tecnologia per consentire ai treni di transitare senza rotture di carico particolari. L’ingegneria e le aziende italiane sono dei campioni in questo, perché la nostra linea ad alta velocità è già interoperabile e adeguata agli standard europei». Gentile ha quindi ricordato che «i Ten-T sono finalizzati prevalentemente al trasporto merci, sono 53.000 chilometri di rete, l’Italia ha ben quattro corridoi di cui due si incrociano proprio a Trieste. Ha una grandissima opportunità, soprattutto per il porto che è adeguato ai grandi traffici, sperando di togliere traffico – ha concluso – dalla strada e portarlo su treno».

Gentile si è soffermato anche sull’ammodernamento della linea Venezia-Trieste che costerà 1,8 miliardi di euro e consentirà di collegare i due capoluoghi in poco più di un’ora. «Il progetto – ha ricordato Gentile – era nato come quadruplicamento con sistema alta velocità, da 7,5 miliardi di euro stimati, oggettivamente con scarsa possibilità di essere fatto in tempi ragionevoli. Abbiamo optato per una cosa più concreta, cioè velocizzare la linea attuale con delle varianti di tracciato dove è più tortuosa, come tra Bivio Aurisina e Ronchi, tra Portogruaro e Latisana, e poi molta tecnologia, che già abbiamo e che consente di velocizzare la marcia dei treni. Con 1,8 miliardi si riesce a ottenere il risultato di collegare Trieste a Venezia Mestre in un’ora e cinque minuti, rispetto ai 55 minuti dell’alta velocità. Una differenza di dieci minuti – ha concluso – ma con un risparmio di 6 miliardi».