Serracchiani: «abbiamo tutto il tempo per effettuare un buon lavoro a favore del territorio»
La possibile trasformazione di Autovie Venete Spa in società “in house”, quindi a totale partecipazione pubblica, è stato l’argomento dell’audizione che la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha sviluppato in I Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Renzo Liva (Pd). Con lei, l’assessore Francesco Peroni e l’amministratore delegato della società Maurizio Castagna.
Ci sono ragioni giuridiche e di opportunità che stanno alla base di questa operazione. Gran parte degli investimenti sul sistema autostradale è concentrato nel NordOvest e nel NordEst, con concessioni che hanno diverse scadenze. Se da un lato il provvedimento “Sblocca Italia” mette in sicurezza il piano di investimenti per le concessioni autostradali, l’Unione europea, in cambio delle concessioni, chiede all’Italia tre cose: calmierare i pedaggi, pulizia dei bilanci per gli investimenti, l’avvio di un processo di aggregazione che superi l’attuale eccessiva frammentazione delle concessioni.
«Autovie Venete – ha detto Serracchiani – dovrà essere “in house” al momento della sottoscrizione del contratto, quindi entro il 2017 che è la scadenza naturale della concessione attuale. Stiamo lavorando per una nuova concessione e, per quanto riguarda i costi, stiamo ragionando per pagare il meno possibile». Sul ruolo dei soci privati la presidente ha ricordato come essi rappresentino lo 0,93% del capitale totale di Autovie, quindi la situazione sarà assolutamente sostenibile.
Per quel che riguarda i costi e i tempi di realizzazione della terza corsia, Serracchiani ha ribadito che «prima di fare i lavori bisogna avere i soldi e noi abbiamo corso come forsennati per avere tutte le risorse. La buona notizia è che abbiamo in cassa i soldi per fare il terzo e il quarto lotto. Abbiamo avuto alcuni ritardi burocratici – ha aggiunto – proprio ieri è arrivata l’autorizzazione paesaggistica dalla Regione Veneto per quanto riguarda il terzo lotto per cui, se tutto va come deve andare, e non ho modo di ritenere il contrario, entro l’anno inizieremo il cantiere».
Alcune integrazioni sono quindi arrivare dall’amministratore delegato Castagna, anche per rispondere alle sollecitazioni dei consiglieri. «Sui tempi dell’operazione non abbiamo una necessità spasmodica, la concessione scade nel 2017. E poi, abbiamo un atto integrativo nella concessione che ci consente di continuare fino a quando non ci sarà un eventuale soggetto subentrante. Possiamo quindi lavorare al meglio su tutte le necessarie operazioni. La nostra – ha tenuto a precisare Castagna – era ed è una buona gestione, da qui la fiducia rinnovata dai soci. Finora abbiamo rispettato i tempi per le realizzazioni e i costi, senza mai sforare. Vogliamo andare avanti così anche in futuro. Abbiamo calcolato che il nostro piano, con lavori ancora da fare per un miliardo e mezzo di euro, potrà reggere con una nuova concessione con scadenza 2038».
Negli interventi dei consiglieri, Renzo Tondo, capogruppo di Autonomia Responsabile, ha insistito sull’avvio dei lavori e ha chiesto delucidazioni su un contratto di consulenza per quasi 600.000 euro. «La consulenza – ha chiarito Castagna – ci ha consentito un’interlocuzione costante con la Commissione europea, ha prodotto una mole enorme di materiale per noi indispensabile e se riusciremo a ottenere la nuova concessione per i prossimi 23 anni, quei soldi saranno stati abbondantemente spesi bene».
Puntuale e articolato l’intervento di Riccardo Riccardi, capogruppo di Forza Italia, che ha toccato gli aspetti relativi alle normative comunitaria e nazionale, al ruolo degli azionisti pubblici, privati e dei piccoli azionisti, ha chiesto se c’è un piano B rispetto all’operazione “in house”, si è soffermato sulla sostenibilità finanziaria, ma anche sul nuovo piano tariffario, in pratica su possibili aumenti dei pedaggi e per quanti anni.
Aspetti finanziari anche negli interventi degli NCD Paride Cargnelutti e Alessandro Colautti, quest’ultimo a chiedere, assieme alla pentastellata Elena Bianchi, se nell’operazione “in house” si sia ipotizzato un coinvolgimento di Anas. «A oggi – ha detto Serracchiani – non c’è alcuna trattativa con Anas; ciò non significa che non ne parleremo, anche per capire quali sono i loro programmi». Mauro Travanut (Pd) ha infine messo in evidenza i benefici di un’operazione pubblica, dato positivo riconosciuto da tutti.