Formaggi prodotti senza latte fresco: la regione Veneto attiva una doppia azione a tutela dei consumatori

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CCIAA trento formaggi estrazione pasta caldaia
Pan: «potenzieremo il ruolo dell’etichettatura e l’impiego del marchio “QV”»

 

CCIAA trento formaggi estrazione pasta caldaiaObbligo di indicare nell’etichetta dei formaggi tutte le informazioni relative all’utilizzo di latte fresco o di cagliate o semilavorati o di sostanze prodotte dall’alta temperatura del latte: questa la richiesta avanzata dalla Giunta veneta al Governo italiano e ai parlamentari europei per contrastare i cosiddetti “formaggi senza latte” attraverso una corretta informazione ai consumatori. Nel contempo la Regione Veneto estende il marchio “QV” (Qualità Verificata) ai propri formaggi realizzati con latte fresco.

«Dopo l’impegno preso con il Consiglio regionale perché il Veneto difenda il formaggio prodotto con il latte fresco – dice l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan, relatore della delibera – la Giunta regionale ha deciso di sollecitare il Governo italiano e i parlamentari europei eletti in Veneto a rivedere il regolamento Ue 1169 del 2001 sulle etichettature in modo da rendere obbligatorie, nei prodotti lattiero-caseari, le indicazioni sull’utilizzo  di latte fresco, oppure di cagliate o cagliate congelate o semilavorati. In particolare chiediamo che in etichetta sia specificata la presenza eventuale di furosina, molecola che si produce dalla reazione tra zuccheri e proteine quando il latte viene trattato ad alte temperatura. Con queste indicazioni – specifica Pan – i consumatori potranno essere avvertiti se la mozzarella o il formaggio fresco che stanno per acquistare sono prodotti con latte in polvere o latte concentrato, anziché con latte crudo».

La Giunta regionale del Veneto replica, quindi, così alla procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia per la legge nazionale (la n. 138/1974) che proibisce la produzione di formaggi e latticini con latte in polvere o ricostituito.  «Il governo nazionale e l’Europa si devono impegnare di più a garantire massima trasparenza nell’etichetta dei prodotti – conclude Pan – perché i consumatori siano almeno consapevoli di ciò che stanno acquistando e consumando. Da parte nostra, abbiano deciso di allargare ‘ l’ombrello’ offerto dal marchio regionale Qualità Verificata (QV) individuando, insieme ai rappresentanti della filiera lattiero-casearia veneta, tutti i prodotti lattiero-caseari da ammettere, con i relativi disciplinari. Così i consumatori avranno la garanzia che quei prodotti, contrassegnati con il logo “QV”, saranno formaggi e latticini fatti con latte vero e non con polveri o siero ricostituito importati da altri Paesi».