Iniziativa approvata all’unanimità dai 19 presidenti riuniti a Roma.
E’ stata votata all’unanimità a Roma dai 19 presidenti presenti all’Assemblea plenaria della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, la scelta di ricorrere ad una proposta referendaria per abrogare quelle parti del decreto “Sblocca Italia” che incentivano centralizzandole le attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi.
Quel testo approvato dalla Conferenza dei presidenti, è giunto a tempo di record in Prima Commissione del Consiglio regionale del Veneto – presieduta da Marino Finozzi – sotto forma di due deliberazioni amministrative presentate da Roberto Ciambetti, ottenendo un voto favorevole all’unanimità.
I quesiti referendari contenuti nella proposta di Ciambetti si propongono di porre rimedio al depotenziamento del ruolo delle Regioni e degli enti locali in sede di approvazione del piano delle aree per le attività di ricerca e di estrazione degli idrocarburi, e di far contestualmente fronte alla scarsa incidenza che le Regioni avrebbero in relazione alle opere strumentali a dette attività; inoltre il quinto quesito mira a far sì che l’intesa sul rilascio dei titoli minerari torni ad essere un “atto a struttura necessariamente bilaterale” e cioè “superabile” dallo Stato solo a seguito di effettiva “trattativa” con le Regioni interessate.
Il testo presentato, assolutamente identico in tutte le regioni italiane, fa parte di un percorso che se approvato dai Consigli regionali entro il 30 settembre porterà all’indizione del referendum già entro il 2016. L’appoggio al referendum è stato dato da tutte le formazioni presenti in Prima Commissione In particolare gli esponenti PD hanno sottolineato la necessità di proseguire – anche dopo l’approvazione di queste due delibere – in un accurato e approfondito lavoro di analisi e documentazione scientifica sulle relazioni esistenti tra estrazioni e fenomeni subsidenza proprio all’interno del territorio veneto. E’ stato chiesto inoltre di avere maggiori conoscenze e dettagli su ciò che sta avvenendo sul vicino versante croato dell’Adriatico, dove le trivellazioni sono state già avviate dal governo di Zagabria.
Le due deliberazioni sono state approvate all’ unanimità dalla Prima Commissione (il Veneto, insieme alla Basilicata, è la prima regione ad essersi attivata in tal senso) ed ora saranno calendarizzate nei lavori d’aula del Consiglio previsti per martedì della settimana prossima.