Celebrata a Bolzano e Trento la “Giornata dell’autonomia”

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Al centro delle iniziative la firma dell’accordo Degasperi-Gruber che ha posto le basi per la nascita dell’autonomia speciale del Trentino Alto Adige. Mieli: «un’autonomia virtuosa, da imitare che non ha nulla da spartire con altri esempi di autonomia, ad iniziare dalla Sicilia»

 

Pat giornata autonomia 2015 autoritàA Trento e Bolzano si è celebrata la «Gioranta dell’Autonomia”, che cade nel giorno in cui fu firmato il patto Degasperi-Gruber (dai nomi degli allora capi di governo di Italia e Austria) per dare all’Alto Adige e al Trentino una particolare forma di autonomia speciale molto spinta.

A Bolzano la resistenza al nazifascismo in Alto Adige, analizzata dagli storici Carlo Romeo, Elfriede Perathoner e Stefan Lechner, è stata al centro del convegno promosso dalla Provincia a Castel Tirolo, con il presidente della provincia Arno Kompatscher che ha sottolineato il ruolo della Resistenza per il successivo sviluppo dell’autonomia, mettendo in risalto nel suo intervento l’impegno dei testimoni presenti Franz Breitenberger, Erich Pichler e Renato Ballardini e ringraziando i tanti altri protagonisti, tra cui Josef Mayr-Nusser, Josef Ferrari, il canonico Michael Gamper, Friedl Volgger, Josef Noldin, Franz Thaler e Sandro Bonvicini. Nella giornata in cui si celebra l’Autonomia, Kompatscher ha espresso riconoscenza e rispetto per quelle persone che hanno avuto il coraggio di difendere i propri valori, che a causa delle loro convinzioni sono state pronte a enormi sacrifici, fino a quello della propria vita.

Ad analizzare il ruolo svolto dalla Resistenza dei cittadini contro il nazifascismo in un’ottica di sviluppo dell’autonomia sono stati gli storici altoatesini Carlo Romeo, Elfriede Perathoner e Stefan Lechner, che hanno posto l’attenzione sulle particolari e diverse situazioni affrontate dalla popolazione di lingua italiana, tedesca e ladina. 

Stefan Lechner ha tra l’altro evidenziato la resistenza dei “Dableiber” (che nel 1939 non optarono per la Germania) per salvaguardare il gruppo etnico sudtirolese e la Heimat. Proprio il significato attribuito dagli Alleati nel 1945 al movimento di resistenza antinazista nella provincia di Bolzano favorì il via libera delle potenze vincitrici alla fondazione della SVP nel maggio 1945. Accanto all’Austria, ha concluso Lechner, la concessione dell’autonomia è sicuramente merito anche dei “Dableiber” e degli avversari del nazifascismo, gli unici politicamente presentabili e con capacità di azione dopo il 1945.

Sulla resistenza nelle valli ladine si è soffermata Elfriede Perathoner. I ladini non erano riconosciuti quale gruppo linguistico e la resistenza non si svolse in maniera uniforme e organizzata. Dopo la guerra, pertanto, ai ladini non fu data la possibilità di chiedere la riunificazione all’Austria e gli sforzi per ottenere un’autonomia furono considerati nuovo pangermanesimo e agitazione anti italiana. Si giunse al contrario ad accogliere la richiesta del CLN di Cortina per attribuire a Belluno l’Ampezzano con i territori di Livinallongo, Fodom e quindi a suddividere i ladini in tre province. Una ripartizione, ha concluso Perathoner, che minacciò di distruggere l’identità ladina e che negli anni ha influenzato in maniera differente lo sviluppo politico della diverse vallate ladine.

A Trento la “giornata dell’Autonomia” è stata celebrata nella Sala Depero del palazzo della Provincia. Dopo i saluti del presidente della Provincia Ugo Rossi e del Consiglio Provinciale Bruno Dorigatti, la lectio magistralis è stata tenuta dal giornalista e scrittore Paolo Mieli che ha parlato di “Confini di ieri e di oggi. Il ruolo delle Autonomie speciali nell’Europa che cambia”. «Il mancato rispetto delle autonomia – ha spiegato Mieli – sta portando l’Europa su un orlo della guerra. Quello che l’Italia ha saputo fare coraggiosamente, grazie anche alla figura di Alcide Degasperi, è stato firmare un accordo che ha portato a risolvere una situazione che poteva portarci ad un conflitto violento. L’accordo sull’Autonomia è una delle gemme che tiene in piedi questo Paese. La concessione dell’autonomia ma soprattutto il modo in cui la state usando». Secondo Mieli l’Autonomia «è una cosa molto complicata perché non può esistere una volta per tutte. Sempre ci sarà qualcosa che la metterà in discussione. Per questo bisogna saperla costruire ogni giorno. Il discorso sulle autonomie – ha concluso Mieli – è un discorso che ha infinite sfaccettature e tra le quattro parole indicate dal governatore del Trentino quella che sceglierei è orgoglio. L’orgoglio di avere evitato nuovi conflitti, di aver mantenuto la pace. Mi piacerebbe che l’anno prossimo questa cerimonia acquistasse valore per l’intero Paese perché la vostra storia deve diventare una storia nazionale ed un esempio di come ci si autogoverna, ben diverso da quello che si vede in altre autonomie, ad iniziare dalla Sicilia».Pat giornata autonomia 2015 paolo mieli