Grandi musicisti per la mostra “Il gusto di una città Trieste capitale del caffé”

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37. Giuseppe Pino Enrico Rava. Sopra Perugia 1976 sotto Milano 1996
Dal 3 settembre numerosi artisti nel cartellone

 

37. Giuseppe Pino Enrico Rava. Sopra Perugia 1976 sotto Milano 1996Il Salone degli Incanti, fino all’8 novembre, ospita la mostra a ingresso libero “Il gusto di una città – Trieste capitale del caffè”, ospita anche appuntamenti con i grandi interpreti della musica.

Il 3 settembre alle 18.30 appuntamento con il duo acustico “Simon acoustic blues & Lorenzo Fonda”: un viaggio suggestivo nel folk, rock e blues degli anni ‘60 e ‘70, rigorosamente acustico. Simone Blondeau (chitarra acustica, armonica, voce) e Lorenzo Fonda (batteria acustica, percussioni) propongono riarrangiamenti di brani di Neil Young, Johnny Cash, Rolling Stones, Led Zeppelin, Doors, Creedence Clearwater Revival, Beatles. Eclettico artista monfalconese, Simone Blondeau ha suonato in diversi festival italiani come Buskers Festival di Ferrara e VeneziaSuona, ma anche all’estero. Irlanda, Austria, Inghilterra, Slovenia, Albania sono solo alcune delle tappe di questo cantante, virtuoso della chitarra acustica e dell’armonica. Al suo fianco il batterista e percussionista Lorenzo Fonda, musicista professionista, protagonista della scena jazz-rock in ambito regionale, collabora in vari studi come turnista e produttore di colonne sonore di cortometraggi, sino ai recenti tour con Stef Burns, Hiram Bullock e Dean Brown.

Il 4 settembre alle 21 sarà la volta del mitico trombettista Enrico Rava in “Rava meets Soupstar” insieme a Gianluca Petrella, trombone e Giovanni Guidi al piano. Enrico Rava è sicuramente il jazzista italiano più conosciuto ed apprezzato a livello internazionale. Da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e più stimolanti, è apparso sulla scena jazzistica a metà degli anni sessanta,    imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti solisti del jazz europeo. La sua schiettezza umana ed artistica lo pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni. Suonerà insieme ai “Soupstar”: se lo stato di salute di un movimento artistico si misura anche dalla capacità delle nuove generazioni di mettersi in gioco delineando nuove strade, si può star certi che il jazz italiano viva un momento di grazia unico. Giovanni Guidi e Gianluca Petrella sono due degli esempi più convincenti di questo periodo storico. Oggi Giovanni Guidi non è più una rivelazione: in pochi anni e a passi da gigante ha trovato una propria strada – fatta di una progettualità unica e di una lucida consapevolezza nelle scelte artistiche – che lo sta portando ad affermarsi, oltre che come pianista, come organizzatore di suoni di prima scelta. E non è certo un caso che un musicista illuminato qual é Enrico Rava l’abbia voluto al suo fianco e a lui difficilmente rinunci. E lo stesso si può dire per Petrella, certamente uno dei nomi più accreditati in questi anni quando si parla non solo di jazz ma – tout court – della miglior stirpe di musicisti di musica contemporanea.