Italia, aumenta l’aspettativa di vita: settimo posto a livello mondiale

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facce visi anziani uomo donna
Pubblicato su “The Lancet” lo studio curato assieme all’Ospedale Burlo-Garofalo di Trieste

 

facce visi anziani uomo donnaAumenta in Italia la speranza di vita e il Belpaese si colloca al settimo posto a livello mondiale per le migliori condizioni di vita senza disabilità. Lo attesta il “Global Burden of Disease study” pubblicato sulla rivista “The Lancet”, studio a cui hanno contribuito anche ricercatori dell’Ospedale materno-infantile Burlo Garofolo di Trieste. 

«Dal 1990 al 2013, l’aspettativa di vita in Italia è aumentata, ma la speranza di vita in buona salute è cresciuta più lentamente – spiega Lorenzo Monasta, del Burlo Garofolo e coautore dello studio -. Mal di schiena e dolore al collo, cardiopatia ischemica e Alzheimer, perdita di udito, ictus, cancro al polmone, cadute, disturbi depressivi, emicrania e broncopneumopatia cronica ostruttiva sono le malattie che più hanno inciso sul benessere delle persone».

La speranza di vita dal 1990 al 2013 per gli uomini è aumentata di 5,9 anni, invece di 4,4 anni per le donne. Mentre l’aspettativa di vita in buona salute è cresciuta di 4,6 anni per i maschi, e di 3,3 anni per le femmine. Anche se in generale l’aspettativa di vita delle donne supera ancora quella degli uomini: 84,6 anni rispetto a 79,5 anni. 

«La speranza di vita in buona salute prende in considerazione non solo la mortalità, ma anche l’impatto delle malattie sul benessere delle persone: indica dunque gli anni vissuti con disabilità e quelli persi a causa di morte prematura. E in Italia l’aumento della speranza di vita in buona salute non è stato così significativo come la crescita della speranza di vita: di conseguenza, le persone vivono più anni ma avendo a che fare con malattia e disabilità», precisa Monasta, secondo cui «c’è un gap di più di un decennio tra la speranza di vita e la speranza di vita in buona salute. Abbiamo bisogno di capire le principali cause di perdita di salute, in modo da poter intervenire per vivere non solo di più ma anche sani. In ogni caso l’Italia è al settimo posto a livello mondiale per le migliori condizioni di vita senza disabilità».